La scrittrice Rita Lopez presenta a Corato "Apri gli occhi"

L'autrice barese ospite della rassegna "Scrittori di Puglia" del Presidio del Libro

mercoledì 22 gennaio 2020
Nell'ambito della rassegna "Scrittori di Puglia", il Presidio del Libro di Corato, in collaborazione con la Libreria Mondadori, venerdì 24 gennaio ospiterà la scrittrice barese Rita Lopez, autrice del romanzo "Apri gli occhi", edito da Florestano.

Nel corso dell'incontro, alle ore 19.00, presso la libreria Mondadori, dialogherà con l'autrice Mariella Sivo, mentre le letture saranno a cura di Luciana De Palma

L'iniziativa è promossa dalla Regione Puglia, Assessorato all'industria turistica e culturale.

Il libro
Gli anni Settanta furono caratterizzati da una violenza inaudita, ma innescarono anche una serie di stravolgimenti epocali. Sconvolsero le nostre anime, strappandocele dalla schiena. Smossero le acque come fa una mareggiata impetuosa. Furono il soffio di un vento che spazza le foglie morte cadute sulla strada. Niente sarebbe mai stato più come prima. Anna è una ragazzina cresciuta nel quartiere Libertà di una Bari, all'epoca, chiusa e provinciale, che si fa domande a cui nessun adulto ha la capacità e la voglia di rispondere. Eppure Anna, che ritaglia e incolla su un grosso quadernone le immagini e gli articoli sconvolgenti sui morti ammazzati e le bombe e gli attentati e gli stupri, una risposta se la deve pur dare.

L'autrice
Nata e cresciuta a Bari, vive e lavora a Roma da più di trent'anni.
È laureata in Sociologia e Archeologia.
Ha pubblicato la raccolta di racconti "Vie d'uscita. Salvarsi con i Led Zeppelin, Bach e Nilla Pizzi" (2016), ''Apri gli occhi'' (2018), il saggio Elvira Cagnazzo e la rinascita dell'Acropoli nel volume ''Compagni al Flacco 60 anni fa'' (2018), il romanzo "Peccatori sconfitti e per di più insolenti" (2019).

«Qua, se vuoi campare in pace, t'adda sta' citt.
Devi abbassare la testa e fare finta che non hai visto niente».
«E allora a me fa schifo qua!» ribattei secca.
«Tu sei piccola ancora… non capisci» continuò Gino.