De Benedittis, Bovino e l'appello lanciato nel vuoto di Paolo Loizzo

Il centrosinistra è frammentato: chi ha paura delle primarie?

mercoledì 27 febbraio 2019 10.21
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Il primo a rompere gli indugi fu Emanuele Lenoci. Ha annunciato la candidatura alla carica di primo cittadino dopo una serie di incontri con alcune forze politiche che lo avevano individuato come tale. Più gruppi politici, piccoli o grandi che siano, dopo essersi consultati hanno deciso che dovesse essere lui il candidato sindaco. Già da novembre Emanuele Lenoci era pronto a scendere in campo, consapevole di avere una squadra a suo sostegno. E lo ha annunciato pubblicamente in una conferenza, alla quale ha invitato gli organi di stampa e nel corso della quale ha tracciato le linee, seppur in maniera generica, della sua idea di città.

Stesso metodo utilizzato dal Movimento Cinque Stelle. Si conosce la squadra e successivamente si individua il candidato sindaco e si convoca una pubblica conferenza per dare l'annuncio ufficiale e spiegare le linee programmatiche. In fondo è il metodo utilizzato da sempre e da chiunque.

Anche il centrodestra ha fatto la sua parte, annunciando dapprima la formazione di una coalizione formata da cinque partiti ma aperta a chi volesse aderirvi e successivamente rendendo pubblica l'intenzione di ricorrere allo strumento delle primarie per individuare il candidato sindaco. Prima la coalizione, poi il candidato sindaco. Ed anche il "polo di centro" l'ha pensata alla stessa maniera: conosciamo i simboli che vi hanno aderito e sappiamo che insieme individueranno una figura sulla quale puntare come candidato sindaco.

Nel centrosinistra il buio pesto. L'esatto opposto. Si è scelto da subito di rompere gli schemi, di fare passi in avanti, di anteporre la persona alla squadra.

Il centrosinistra ha aperto un tavolo, costituito da Partito Democratico, Sinistra Italiana, PiazzaDem, Associazione Progresso Etico, Italia in Comune, Un cantiere in Comune, Rimettiamo in moto la città, Nuova Umanità, quando già Corrado De Benedittis (e il suo movimento) aveva deciso che sarebbe stato lui il candidato sindaco. Stessa cosa aveva fatto Vito Bovino con la sua "Nuova Umanità". Passi in avanti in totale distonia con la tradizione del centrosinistra che anteponeva la coalizione all'uomo, al punto da far scegliere i candidati attraverso lo strumento delle primarie direttamente dagli elettori.

E invece il centrosinistra ha avuto paura delle primarie: perché? Chi ha avuto paura delle primarie al punto da decidere di sgretolare la costituenda coalizione?

Tra l'altro sia De Benedittis che Bovino non hanno mai inviato note ufficiali, non hanno mai convocato conferenze stampa per ufficializzare la loro candidatura a sindaco e chiarire da chi è composta la loro squadra e quali liste saranno a loro sostegno. Entrambi hanno scelto metodi "ufficiosi": De Benedittis ha riservato all'annuncio della sua candidatura un passaggio nel corso dell'inaugurazione del movimento Demos; Vito Bovino non ne ha neanche parlato: ha avviato una campagna pubblicitaria dalla quale si intuisce la sua posizione.

E l'appello all'unità di Paolo Loizzo, l'unico realmente disponibile ad affrontare le primarie per individuare il candidato sindaco, si è perso nel nulla. Quella «sintesi democratica» auspicata da Loizzo non si è realizzata.

Del "fu" tavolo del centrosinistra oggi rimangono soltanto i cocci. Chi rompe paga, dice un antico proverbio. Ora rimane da capire chi dovrà portare via i cocci.