E D'Introno impugna il coltello dalla parte del manico

Il primo cittadino prova a divincolarsi dalla stretta delle segreterie

lunedì 22 luglio 2019 11.41
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Le dimissioni di Pasquale D'Introno, giunte prima della celebrazione del primo consiglio comunale, sono una novità della cronaca amministrativa cittadina.

Non si era mai verificato che un sindaco eletto dal popolo non arrivasse nemmeno a sedere in consiglio comunale nella data della sua prima convocazione.

Quello di Pasquale D'Introno è un atto politico molto forte, una risposta ai continui tira e molla delle segreterie dei partiti che, nei primi quaranta giorni dall'elezione non hanno dato uno spettacolo encomiabile, concentrando tutte le loro forze ed energie nella spartizione di tutto lo spartibile.

La crisi si è consumata quando il sindaco ha iniziato a dire i primi "No". E come un atleta sul ring che si trova ristretto alle corde, con un colpo di reni ha rovesciato la situazione impugnando nuovamente il coltello dalla parte del manico e costringendo i suoi alleati a trovare al più presto una quadra che tenga conto delle sue direttive e non soltanto di quelle delle segreterie dei partiti.

Qualora ciò non dovesse verificarsi si andrà tutti a casa. Ipotesi estremamente complicata. La patata bollente ora è nelle mani delle segreterie dei partiti, quelle stesse segreterie che si sono affannate a distribuirsi cariche e che ora potrebbero ritrovarsi tra le mani un pugno di mosche.

L'opposizione preme affinché si torni al voto. Cosa altamente improbabile,

Firmandosi come "Sindaco di Tutti", rivolgendosi ai cittadini con il suo post su Facebook, Pasquale D'Introno ha fatto capire inequivocabilmente di non voler mollare la presa e di voler fare il sindaco, avendo la consapevolezza che a casa non si torna.

Il 25 luglio si ritorna in aula. Sino ad allora potrebbero esserci importanti novità.