Il processo "Giustizia svenduta" è da rifare

Annullata la sentenza di primo grado, cessano di avere effetto le condanne di Nardi e dell'ex ispettore del Commissariato coratino Vincenzo Di Chiaro

venerdì 1 aprile 2022 14.53
A cura di Vito Troilo
Tutto da rifare. Il processo "Giustizia svenduta" dovrà ricominciare daccapo. È quanto stabilito venerdì mattina dalla Corte d'Appello di Lecce, che ha dichiarato l'incompetenza territoriale - girandola alla Procura di Potenza - e soprattutto annullato gli effetti della sentenza di primo grado, neutralizzando le condanne a vario titolo nei confronti di coloro che erano imputati in quel procedimento.

L'ex giudice per le indagini preliminari della Procura di Trani Michele Nardi era stato condannato dal Tribunale salentino a 16 anni e 9 mesi per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. L'ipotesi accusatoria nei suoi confronti era di aver garantito esiti processuali favorevoli in diverse vicende giudiziarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini della Procura tranese in cambio di denaro, gioielli e altri favori. Nel processo di secondo grado a Lecce erano imputati anche l'ex ispettore di Polizia del Commissariato di Corato Vincenzo Di Chiaro (già condannato a 9 anni e 7 mesi), l'avvocato barese Simona Cuomo (condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi), l'ex cognato dell'ex pm Antonio Savasta, Savino Zagaria (4 anni e 3 mesi) e Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi). Gli atti saranno adesso trasferiti a Potenza per un nuovo processo.