La terapia del sorriso è ora in una legge regionale

L’attività potrà essere esercitata da personale medico, non medico, professionale e da volontari appositamente formati a trasferire il sorriso

mercoledì 6 dicembre 2017
E' stata approvata all'unanimità la proposta di legge sulle "Disposizioni in materia di clownterapia" a firma di Grazia Di Bari, Nino Marmo e Sabino Zinni.

Il provvedimento che per la prima annualità dispone di una dotazione finanziaria di 120mila euro, punta a conferire una veste professionale ad una attività, la clownterapia o terapia del sorriso, intesa come strumento di supporto ed integrazione delle cure clinico-terapeutiche che trovano sempre più diffusione tra le corsie ospedaliere e le strutture socio assistenziali.

L'attività potrà essere esercitata da personale medico, non medico, professionale e da volontari appositamente formati a trasferire il sorriso ed il pensiero positivo a quanti soffrono un disagio fisico, psichico e sociale in contesti ospedalieri (non solo pediatrici), in centri per la disabilità, per la terza età, in contesti sociali difficili come carceri, quartieri a rischio, nelle scuole, in missioni umanitarie ed in occasioni di eventi calamitosi.

Il legislatore ha individuato, inoltre, la figura del "clown di corsia", riconosciuta al termine di un percorso formativo a personale destinato ad analizzare i bisogni dell'utente per migliorare le condizioni fisiche e mentali.

Per il conseguimento delle finalità preposte dalla legge, la Regione promuove la formazione del personale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, delle associazioni di volontariato e delle cooperative che operano nell'ambito della clownterapia.

A questi ultimi organismi che dovranno conseguire il riconoscimento iscrivendosi ad un apposito registro regionale di clownterapia, sono destinati appositi bandi di adesione per la promozione di progetti di clownterapia da adottare presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie.