Murgia a Pedali, le avventure di due amici che amano la scoperta

Felice e Giuseppe e il loro conciliarsi lento con la natura e il territorio

martedì 27 luglio 2021
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
La bicicletta. Un mezzo di trasporto, uno strumento per fare sport. Per Giuseppe e Felice è una fantastica alleata nella corsa in libertà verso la bellezza e la quiete che soltanto il paesaggio murgiano sa donare. Per i due appassionati delle due ruote e del territorio rurale, della bellezza incontaminata del paesaggio intriso di storia e biodiversità, la bicicletta diventa il punto di vista privilegiato che consente di apprezzare da vicino ogni particolare che poi, immortalato, finisce in un contenitore alla portata di tutti.

Un contenitore chiamato "Murgia a Pedali", efficace dicotomia che racchiude le peculiarità di un progetto che nasce come esigenza di appagare la passione e si tramuta in un autentico dono di conoscenza di spazi e storie ai più sconosciute.

Felice e Giuseppe a bordo delle loro mountain bike esplorano gli anfratti delle Murge e scovano ruderi che trasudano di storia ma anche di cultura. Talvolta anche veri e propri capolavori abbandonati, incastonati nelle campagne murgiane, quelle campagne che furono meta di tanti agricoltori e pastori la cui vita era scandita dai ritmi della natura. Le loro avventure, esplorazioni, vengono poi raccontate su un blog che sta avendo un grandissimo successo sui social network, in particolare su Facebook. Uno strumento capace di rendere contagiosa la loro passione e che riesce a destare la curiosità ma anche una più accurata attenzione da parte dei lettori.
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Con Felice Miscioscia abbiamo parlato di questo interessante progetto.

Come nasce il progetto Murgia a Pedali?
Murgia a Pedali nasce dall'incontro di due amici uniti da una grande passione comune, quella per il territorio della nostra Murgia, e dalla ferma convinzione che questo territorio abbia tanto da raccontare e da esprimere, non solo in termini di paesaggio e natura, ma anche di storia, tradizioni, ruralità, di identità. Vogliamo cercare, nel piccolo delle nostre conoscenze ed esperienze e nell'ambito delle nostre competenze, di offrire un racconto rispettoso del territorio, che non lo calpesti, un racconto meditativo, lento, come lenta è stata la mano dell'uomo che ne ha modellato le forme nel corso dei secoli. Sarebbe bello riuscire a trasmettere, anche in parte, la stessa sensazione che proviamo noi quando percorriamo i dolci sentieri su due ruote, una sensazione gratificante di pace ed armonia con la natura.

La Murgia non è soltanto paesaggio suggestivo ma anche scrigno di bellezze nascoste. Cosa avete scoperto durante le vostre escursioni?
Esatto, la Murgia è sicuramente sinonimo di paesaggi mozzafiato, ma è anche molto di più. Purtroppo, soprattutto al di fuori del contesto pugliese, tutti conoscono solo il Castel del Monte, ma pochissimi sanno quello che c'è intorno, che merita di essere vissuto con calma, senza frenesia. Sulla Murgia ogni pietra trasuda di un significato, più o meno evidente, ogni luogo ha una sua storia di vita vissuta, che merita di essere raccontata. Contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, il territorio murgiano è da sempre un territorio molto vissuto, molto battuto, basti pensare all'affascinante storia della transumanza. A noi piace raccontarlo scovando spesso gli aspetti più insoliti, meno noti, a volte anche sorprendenti e legati alla storia contemporanea o persino a fatti di cronaca rurale. E poi la meraviglia di immergersi tra due ali di natura e giungere in angoli raggiungibili solo in bici o a piedi è veramente qualcosa di eccezionale.

Vi aspettavate un così interessante "bottino"?
Sinceramente si, ma siamo di parte. La cosa bella però è continuare a sorprenderci scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo, di inaspettato, che questo splendido territorio ci propone.

Quale delle vostre scoperte vi ha colpito particolarmente? E perché?
L'esistenza delle basi missilistiche atomiche legate al periodo della Guerra Fredda, che tra l'altro sono state tra le cause scatenanti della Crisi di Cuba del 1962, è sicuramente qualcosa di suggestivo. Siamo tuttavia particolarmente legati alle masserie. Il patrimonio architettonico-rurale murgiano è veramente qualcosa di unico, ogni volta che ci imbattiamo in una nuova masseria, anche abbandonata, approfondiamo la sua storia, il suo modo di riflettere le abitudini risalenti ai tempi in cui rappresentava un fulcro di vita agreste, di testimoniare l'identità dei luoghi. Con profondo rammarico, purtroppo, constatiamo che molte di queste preziosissime tracce sono destinate a scomparire col tempo, in quanto, per la maggior parte, versano in condizioni di fatiscenza e degrado, depredate dei loro elementi di pregio.

Come si potrebbero valorizzare, a vostro parere, i patrimoni nascosti della Murgia?
Sicuramente è indispensabile un giusto coordinamento tra pubblico e privato. Gli enti e le amministrazioni dovrebbero favorire ed incentivare, anche economicamente (ci sono bandi europei destinati proprio a questo), i privati ad intraprendere iniziative volte a valorizzare e promuovere le peculiarità dei luoghi, a recuperare il patrimonio architettonico-rurale in quanto simbolo di precisa identità. E' fondamentale che ci sia una spinta propulsiva dei privati, in particolare quelli che hanno a cuore il territorio e l'ambiente, così come occorre che i nostri concittadini prendano consapevolezza delle ricchezze che abbiamo a disposizione e comincino a rispettarle. Nel contempo, è necessaria una nuova ed ampia visione di sviluppo turistico territoriale, e qui siamo di nuovo in ambito pubblico, pienamente inserita nelle tendenze di sviluppo consapevole e rispettoso dei territori, che formi gli operatori turistici già presenti a valori di sostenibilità e premi anche le professionalità e le competenze turistiche esistenti, nel tentativo anche di tessere quella famosa "rete" di cui tanto si parla ma che tarda a palesarsi, sempre bloccata da un certo individualismo di fondo. Le potenzialità di valorizzazione, anche e soprattutto turistica, del nostro territorio sono grandi a nostro avviso ed in questo il cicloturismo stesso può rappresentare un importante veicolo di sviluppo.

Avete provato a fare rete con le istituzioni?
Ancora no, ma è in programma. Non appena avremo la veste giuridica appropriata, lo faremo. Siamo partiti in sordina, senza grandi proclami, utilizzando il veicolo rappresentato dai social e cercando di portare in campo e di trasmettere la nostra passione, verificando la risposta del pubblico, che sinora è stata ottima. Il prossimo passo è proprio quello di sensibilizzare le istituzioni verso le problematiche e le esigenze legate al cicloturismo (si pensi alla sicurezza e manutenzione stradale) ed intraprendere con loro, se avranno l'interesse ad ascoltarci, un dialogo costruttivo, in cui cercheremo di esporre le nostre idee per realizzare quanto detto nella risposta alla precedente domanda, con l'ambizione, si spera non utopica, di contribuire ad una sensibilizzazione pubblica verso i temi dell'eco-sostenibilità e del rispetto per l'ambiente che ci circonda, promuovendo un uso ragionevole della bicicletta quale elemento di valorizzazione e di scoperta dell'intero territorio.

Che ne sarà nel futuro del vostro progetto?
Abbiamo in cantiere diversi progetti ed idee che potrebbero contribuire a rendere la nostra Murgia "a misura di bicicletta", offrendo strumenti adatti ad una fruizione consapevole del territorio. Certo, bisogna mettere il giusto impegno per realizzarli e per questo siamo aperti anche a chi condivida la nostra visione e voglia collaborare attivamente con noi per portare finalmente questo territorio al posto che merita, quale cuore pulsante di una regione sempre più conosciuta a livello internazionale. La Murgia è già un quadro di rara bellezza, noi ci stiamo attrezzando per consegnarle la giusta e luminosa cornice.