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Cosa può fare chi ha un bar rumoroso sotto casa?

Il disturbo della quiete pubblica è un reato punito con la reclusione o l’ammenda. Come di-fendersi? Conciliazione, diffida, esposto in Comune o denuncia

Estate. Serata afosa. A chi non ha il condizionatore d'aria in casa non resta che aprire la finestra sperando in un grazioso rivolo d'aria che dia un po' di sollievo. Ma, anziché la desiderata brezza, ecco che arriva la tromba. Non d'aria: la tromba di quello che sta suonando con la sua band nel locale sotto casa. C'è solo da sperare tre cose: che sia intonato, che il repertorio sia carino e che finisca presto. Perché domani, cioè tra poche ore, suona la sveglia e tocca alzarsi per andare al lavoro. Altrimenti, cosa può fare chi ha un bar rumoroso sotto casa?
Disturbo della quiete pubblica: cosa dice la legge
Chi ha un bar rumoroso sotto casa può scendere con il Codice Penale in mano non per darlo in testa al proprietario del locale ma per mostrargli l'articolo che regola il disturbo della quiete pubblica [dispositivo dell'art. 659 del Codice Penale Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone "Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a trecentonove euro. Si applica l'ammenda da centotre euro a cinquecentosedici euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'Autorità."].
Su quella pagina c'è scritto che quando è troppo è troppo, cioè che ci sono delle soglie di tollerabilità oltre le quali si viene puniti dalla legge. Non è detto che sia il proprietario del bar ad avere la colpa del rumore fastidioso: magari ad una certa ora spegne o abbassa la musica e a provocare l'insonnia dei vicini sono gli avventori che, soprattutto d'estate, sostano all'esterno del locale, birra o cocktail in mano, con un tono di voce a dir poco irritante.
E, siccome la suscettibilità dei cittadini non è mai la stessa, il Codice mette dei paletti che valgono per tutti, per chi si arrabbia facilmente e per chi, di solito, porta più pazienza.
La soglia di tollerabilità del rumore è prevista a 5 decibel in più rispetto al rumore di fondo durante il giorno e a 3 decibel in più rispetto a quello della notte. Se si abita in centro a una metropoli, per superare quella soglia ci vorrà più rumore che se si abita in aperta campagna (con un bar sotto casa, forse l'unico che apre fino a tardi in tutta la zona). Chi va oltre, commette reato di disturbo della quiete pubblica o, per dirla in termini tecnici, disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. Tanto vale.
Ma cosa dice, nello specifico, il Codice Penale? La questione non è solo la musica alta o il chiacchiericcio fuori dal bar ad alta voce. Il Codice, infatti, punisce con l'arresto fino a 3 mesi e con l'ammenda fino a 309 euro «chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero (ancora) suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici». Quindi, la reclusione o l'ammenda sono previste anche per chi si attacca al clacson all'1 di notte, chi non mette a tacere il cane che abbaia (anche se così non morde), chi vuole far ascoltare Gigi D'Alessio (o chiunque egli sia) a tutto il condominio. Ma anche chiunque faccia un rumore tale da disturbare un cinema all'aperto o una serata di poesia, oppure chi deve studiare o lavorare di notte con una certa calma (vanno rispettati anche loro, magari è l'unico momento in cui riescono a farlo).
L'ammenda sale fino a 516 euro se a dare fastidio ai vicini è chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni di legge o le prescrizioni dell'Autorità. È il caso del bar rumoroso sotto casa: se ti dico che a una certa ora non è possibile superare quella soglia di rumore ma tu te ne infischi, allora non ci siamo.
Le responsabilità del titolare del bar rumoroso
Premessa: il reato di disturbo della quiete pubblica si configura solo quando il danno provocato o potenzialmente creato dal rumore è diffuso e generalizzato. Significa che il fastidio deve essere evidente e in grado di colpire una pluralità di persone. Non c'è bisogno che a chiamare i Carabinieri sia un intero condominio: basta che lo faccia un solo vicino. Ma per un problema che, anche solo potenzialmente, può interessare più condòmini. A che serve? Ad evitare che una singola persona fin troppo suscettibile ne faccia una questione personale.
Ma il titolare di un bar può dire: «Che colpa ne ho io se i miei clienti sono un po' irrequieti? Io faccio il mio mestiere con la musica bassa e nella massima tranquillità». Giusto. Il problema è che il Codice Penale impone al titolare del bar di tenere a bada i suoi clienti «irrequieti» da una certa ora in poi. Altrimenti è punibile.
Non a caso, gli elementi che costituiscono la fattispecie di reato sono:
  • la condotta commissiva oppure omissiva che determina il disturbo delle occupazioni o del riposo. Vale a dire: il rumore lo provoco io anche indirettamente (lasciando che nel mio bar la band suoni fino alle 3 del mattino l'intero repertorio dei Queen) oppure permetto che i miei avventori facciano troppo rumore nel mio locale senza richiamarli all'ordine;
  • il dolo: so che la band nel mio locale disturba i vicini ma preferisco far contenti i clienti;
  • la colpa: dovevo evitare che la band desse fastidio ai vicini facendola smettere di suonare ad una certa ora ma non ci ho pensato.
Bar rumoroso sotto casa: cosa fare?
Prima di gettare il mitico secchio d'acqua dalla finestra ai clienti del bar rumoroso sotto casa, conviene tentare le buone maniere. Scendere, cioè, a parlare con il titolare del locale e fargli presente che, forse, si sta esagerando. Presentargli, quindi, il problema in modo calmo per cercare una soluzione che vada bene a tutti.
Se con le buone non si ottiene nulla, niente secchio d'acqua ma una diffida al responsabile dell'eccessivo rumore.
Se nemmeno con la diffida cambia un granché, si può presentare un esposto in Comune, chiedendo una verifica del rumore, visto che si cerca di evitare rumori di notte. L'Arpa è l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ed è deputata – tra le altre cose – alle verifiche sull'inquinamento acustico attraverso appositi strumenti. Se durante questa verifica, effettivamente, il bar rumoroso sotto casa supera le soglie di tollerabilità stabilite dalla legge, il Comune può decidere di sanzionare il titolare del locale o, addirittura, di chiudere il bar.
E se il titolare del bar, dopo aver pagato la sanzione o aver tenuto chiuso il locale per il tempo stabilito dal Comune, riapre e torna alle solite, è possibile adire le vie legali (anche se il processo potrebbe andare per le lunghe).
Bar rumoroso sotto casa: il diritto al risarcimento
Dicevamo all'inizio: quando è troppo è troppo. Chi ha un bar rumoroso sotto casa e non è riuscito ad ottenere con le buone di poter dormire in santa pace, può fare causa e chiedere il risarcimento del danno patrimoniale e di quello non patrimoniale.
Il primo, il danno patrimoniale, riguarda l'eventuale svalutazione dell'immobile a causa dell'eccessivo rumore a cui la casa è esposta. Comprereste una casa accanto a una discoteca o un'altra, quattro isolati più in là, dove di notte non transita anima viva? De gustibus.
Il danno non patrimoniale, o esistenziale, consiste nel peggioramento della qualità della vita. Avere bisogno di 7-8 ore di sonno e riuscire a dormirne appena 3, a lungo andare può creare qualche problema. Anche di salute. In quest'ultimo caso, se si riesce a dimostrare con un certificato medico, si può chiedere un provvedimento d'urgenza in tribunale. Verrà effettuata una perizia per stabilire l'entità del rumore e, se fosse il caso, il giudice punirà i trasgressori e deciderà come far cessare o ridurre il fastidio.

Fonti: laleggepertutti.it – brocardi.it
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