Ad Agorà 2.0 si è parlato di violenza di genere in una conferenza

Un dibattito pieno di spunti di riflessione su una piaga sociale difficile da debellare

domenica 25 giugno 2023 10.07
Cronache nazionali e locali mettono in risalto da tempo un fenomeno molto preoccupante: la violenza di genere.



Per comprendere meglio la natura del fenomeno e gli strumenti per contrastarlo si è tenuta una conferenza ieri sera presso l'associazione "Agorà 2.0".


L'intenzione di questa vivace realtà culturale cittadina è organizzare altri eventi sul tema. La conferenza di ieri sera ha visto la partecipazione dell'avv. Tarantini, coordinatrice della sezione cittadina di Italia Viva, gli psicologi e psicoterapeuti dott. Calabrese e dott. Buscicchio. Intervenuti anche esponenti dell'amministrazione comunale.


"La frequenza con cui avvengono le violenze di genere non è più tollerabile" afferma l'avv. Tarantini. È necessaria più attenzione sul tema, la problematica non emerge sufficientemente. Ci ricorda il dott. Calabrese che, a livello nazionale, l'80% delle vittime di violenza non denuncia. Timori e paure frenano: isolamento, affidamento dei figli ai servizi sociali, ulteriori ritorsioni del marito/compagno aggressore. Per superarle e sostenere le vittime è fondamentale una rete sociale attiva e dinamica.


Plausi dunque alla notizia dell'attivazione di un fondo di circa 50mila euro destinato all'erogazione del "reddito di libertà". Il beneficio economico sarà concesso alle donne vittime di violenza per garantirne emancipazione e indipendenza economica. Ulteriori dettagli sulla misura verranno resi noti prossimamente.


Come riporta l'Assessore Addario, l'Amministrazione è in prima linea per rafforzare la rete territoriale antiviolenza. L'intenzione è consolidare un efficace network di diversi attori (forze dell'ordine, ASL, avvocati, psicologi) che prevenga e contrasti le violenze di genere.


Sul valore della prevenzione si sono soffermati i due psicologi e psicoterapeuti. Tutti d'accordo sul ruolo che la scuola e l'educazione hanno nel prevenire comportamenti violenti. In tal senso, il dott. Calabrese ha ribadito la componente culturale del fenomeno, legato ad una concezione maschilista e patriarcale del rapporto di coppia. Il dott. Buscicchio ha ricordato alla platea il valore del trattamento terziario e l'importanza di saper cogliere in tempo i campanelli di allarme. Questo infatti è l'unico mezzo per evitare che questo tipo di vicende degenerino e si trasformino in tragedie.
Dopo gli interventi si è aperto un breve dibattito con il pubblico. Interessanti alcuni quesiti posti dagli uditori. In particolare, nel rispondere ad una domanda, il dott. Buscicchio ha affermato che non esiste un profilo tipico dell'aggressore: la violenza di genere è piuttosto trasversale.


L'auspicio finale è che le vittime denuncino le violenze e che la solidarietà umana possa contribuire a contrastare questa devastante piaga sociale.