Anche i migranti della Diciotti attesi in Diocesi sono irreperibili

I tre migranti non si sono presentati a Barletta

venerdì 7 settembre 2018 14.11
A cura di Ida Vinella
Erano attesi il 5 settembre 2018, nelle strutture della Caritas di Barletta, disponibili ad accoglierli, ma non si sono presentati. I tre migranti provenienti dalla nave Diciotti, insieme a molti altri, sono infatti irreperibili. La notizia è stata confermata dal direttore della Caritas di Barletta Lorenzo Chieppa che ha dichiarato: «Al momento la comunicazione di Caritas italiana afferma che da Rocca di Papa non sono previsti trasferimenti su Barletta e che gran parte dei migranti della Diciotti sono irreperibili. La situazione viene aggiornata ad horas visto che le irreperibilità si verificano al momento del trasferimento».

«Circa la reperibilità dei migranti in struttura - ci riferisce ancora il direttore Chieppa - è abbastanza consuetudinale che loro possano allontanarsi, in quanto liberi di muoversi sul territorio, anche se regolarmente sottoposti ai controlli di polizia. Poiché non sono segregati in nessuna struttura è normale che possano allontanarsi». Caritas resta comunque disponibile all'accoglienza del migranti. Conclude infatti Chieppa: «Resta la piena disponibilità da parte della Caritas di Barletta ad accogliere fino a tre migranti nella struttura di Via Manfredi 45».

La notizia è stata divulgata a livello nazionale dalla Caritas Italiana, come si legge in un articolo di Avvenire che riporta anche alcune dichiarazioni del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu: «È allontanamento volontario, non fuga. Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso, nessuno vuole rimanere in Italia, si sa. Queste persone davanti ad una situazione di affidamento o prima o dopo avrebbero potuto scegliere di allontanarsi volontariamente" perché la struttura che li accoglie non ha il compito di trattenerli». I migranti della Diciotti che si sono resi irreperibili, già al centro di Rocca di Papa e in alcuni casi successivamente nelle strutture di accoglienza delle diocesi, ovunque verranno trovati, in Italia o anche all'estero, «potranno chiedere asilo ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture, a partire dal centro di accoglienza straordinaria».