Appello all'unità del centrosinistra, i promotori ai candidati: «Vi rimettiamo di fronte alle vostre responsabilità»

Una nota del comitato spontaneo dei cittadini che richiedevano l'unità del centrosinistra

mercoledì 13 marzo 2019 9.47
Le cose che abbiamo in comune. Un appello all'unità

Quest'esperienza è partita chiedendo ognuno alle persone che gli stavano vicine: "Ma cosa sta succedendo?"
Come mai nel tavolo di coalizione si è interrotto un dialogo che oggi offriva una speranza alla città? La speranza di lasciarsi alle spalle tutti questi anni di mal governo. Eppure, "le cose che abbiamo in comune" sono tante.

Ci siamo detti che occorreva condividere questa confusione, oltre che fra noi, anche con tutte le forze in gioco. Ci siamo quindi presi la responsabilità di essere un nuovo interlocutore. Ci siamo presi il rischio di metterci di traverso rispetto ad una divisione che non capiamo. Abbiamo provato ad essere argine contro la fuga dall'unità e ponte per il dialogo.
Per riaprire questo dialogo, avevamo indetto un incontro pubblico con i tre candidati per mercoledì 13 marzo. Ma il tentativo è fallito. Evidentemente oggi sono fragili le condizioni per riaprire questo dialogo. Nonostante i diversi atteggiamenti dei candidati, nessuno ci ha realmente incontrati. E nessuno deve provare a strumentalizzarci. Tanto meno, nessuno deve trattarci come capro espiatorio.

Dobbiamo certo segnalare che un'apertura c'è stata, ma siamo costretti a ribadire con forza che la nostra ragion d'essere gruppo, almeno per ora, è finalizzata all'unità. Quindi incontreremmo pubblicamente i tre candidati solo tutti insieme.

Abbiamo discusso tra noi e riteniamo necessario segnalare a tutti i futuri candidati d'ispirazione progressista qual è il prezzo di questa divisione. A causa della legge elettorale per le elezioni amministrative, se un candidato di quest'area non dovesse raggiungere il turno di ballottaggio, ci sarebbe il rischio che queste forze, non solo perdano, ma non abbiano neanche una rappresentanza in Consiglio Comunale. Scomparirebbero. Scompariremmo.

Vi rimettiamo di fronte alle vostre responsabilità.

Vi chiediamo di pensare, di non farvi prendere dalle pressioni. Di non farvi prendere dall'ansia del tempo. Viviamo in un tempo che accelera tutto, dove l'ansia di uscire, l'ansia della comunicazione rischia di sostituirsi al tempo della riflessione e del dialogo. Il tempo c'è. Non può essere un alibi. Il prezzo di due o tre settimane, non vale cinque anni.

Non sappiamo se il "tempo" ci darà qualche risultato, ma rivendichiamo con forza il fatto di averci provato in tutti i modi, con determinazione e coraggio.

Sottolineiamo il coraggio di quei 45 firmatari che ci hanno messo la faccia senza esitare. Ma anche delle mille persone che, firmando, hanno voluto dire la loro.
Abbiamo innescato una miccia. Abbiamo innescato un desiderio di mobilitazione e partecipazione.
"Del resto il valore di una battaglia non si giudica dall'esito" (Q – Luther Blisset/Wu Ming)