Banca Popolare di Bari, l'indagine giudiziaria e le conseguenze per gli azionisti

Ci si potrà costituire come parte offesa nel procedimento penale

giovedì 31 agosto 2017 11.04
E' allarme tra i 70 mila azionisti della banca privata più grande del sud Italia.

Il Comitato per la tutela degli azionisti della Banca Popolare di Bari, con le associazioni dei consumatori, in un comunicato congiunto fanno sapere che:
"Come comunicato oggi (ieri per chi legge n.d.r.) dai principali mass-media, la Procura della Repubblica di Bari avrebbe iscritto nel registro degli indagati vari dirigenti della banca, con le accuse di associazione per delinquere, truffa, ostacolo all'attività della Banca d'Italia e false dichiarazioni nel prospetto informativo depositato presso la Consob.
Pertanto, per gli azionisti della banca, si apre oggi la possibilità di costituirsi come parte offesa nel procedimento. Infatti, alcuni dei reati ipotizzati dalla Procura, laddove fossero accertati, avrebbero un nesso di causalità diretto sia con il prezzo a cui sono state vendute le azioni e sia con le modalità di vendita delle stesse. Pertanto, gli azionisti sarebbero legittimati a domandare il risarcimento dei danni subiti, per un investimento fatto sulla base di dati di prospetto e di bilancio irregolari.
In secondo luogo, le risultanze dell'inchiesta penale, consentirebbero anche di acquisire elementi per rafforzare le domande di restituzione degli investimenti da proporre dinanzi al Giudice civile, oppure dinanzi all'Arbitro per le Controversie Finanziarie. Infatti, laddove talune condotte dei vertici fossero eventualmente confermate, inciderebbero sulla validità ed efficacia dei contratti di acquisto delle azioni di cui andrà chiesta la risoluzione, al fine di ottenere la restituzione delle somme investite al momento dell'acquisto".

Il Comitato per la tutela degli azionisti della banca, composto dalle associazioni Adusbef, Codici, Confconsumatori e Codacons convoca un incontro con i suoi iscritti per mercoledì 6 settembre, alle ore 15,30, presso la propria sede in Bari alla Via Dante 164, per descrivere le azioni di tutela che si potranno intraprendere alla luce delle notizie oggi diffuse.