Ospedale di primo livello: «Molfetta sarebbe dovuta essere la scelta naturale»

I sindacati molfettesi si attivano per richiedere la modifica del Piano di riordino

venerdì 19 luglio 2019 13.03
A cura di Rosanna Buzzerio
Ospedale "don Tonino Bello". Piano di riordino della Regione Puglia. A parlare questa volta sono i sindacati. Cgil, Csil e Uil, insieme, uniti, a far quadrato «in difesa del nosocomio molfettese come Istituzione, ma soprattutto del diritto alla salute dei cittadini».

E' una difesa a spada tratta, è una difesa che chiede il coinvolgimento di tutti, dalle Istituzioni comunali a quelle delle città del Nord barese, ai lavoratori del nosocomio, ai cittadini. Cgil, Csil e Uil alla luce di quanto avvenuto lo scorso 3 luglio vogliono farsi promotori di un intervento, non disgiunto da quello comunale, a livello Regionale, perché si possa ancora intervenire sul Piano per apportare delle modifiche, perché tale Piano non sia "l'ultimo atto di una morte annunciata".

Enzo Farinola delegato molfettese della Cgil, Lillino Di Gioia per la Cisl e Franco Losito per la Uil, hanno puntualizzato e ribadito più volte nel corso della serata, che «non si tratta di una difesa campanilistica», ma evidenziano come da questo Piano di Riordino il territorio del Nord Barese sia stato tenuto fuori per la programmazione dei grandi ospedali. Nello specifico sono stati previsti 5 ospedali di II livello, che coincidono con le 5 provincie, 17 ospedali di I livello e 10 ospedali di base, oltre a 25 case di cura private e convenzionate con la Regione Puglia.

E così si pongono la domanda su come mai la scelta sia ricaduta proprio su Corato, tenuto conto che è a pochi chilometri da Barletta e da Andria, e qui per i delegati sindacali entra in gioco la politica, lasciano trasparire che tale scelta forse sia dovuta per tener buono qualche consigliere di opposizione e che nel corso di questi anni «ogni ospedale ha o ha avuto un santo protettore».

Mentre Molfetta in questo momento non ha rappresentanti che possano far sentire la propria voce, la voce della propria città, per questo e per tante altre motivazioni, i sindacati hanno spiegato nel corso della serata, vogliono tornare a essere protagonisti e chiedono anche l'appoggio delle città che fanno parte del Nord Barese, quindi Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo, e la stessa Corato.

Inoltre, nel corso dell'incontro, fanno rilevare che la struttura molfettese per come è posizionata logisticamente non è seconda a nessuna, è perfettamente collegata con la strada statale 16 bis, con l'autostrada e, soprattutto è in una parte centrale della città stessa, ha una zona industriale in continua espansione, scuole di ogni ordine e grado, quindi «Molfetta sarebbe dovuta essere la scelta naturale». Ma così non è stato e ravvisano anche «vi sia stata una qualche forma di acquiescenza da parte di chi avrebbe dovuto essere interlocutore con la Regione Puglia, nei confronti di una situazione che andava affrontata con maggiore energia».