Serata inaugurale per la rassegna cinematografica FIDAPA: Grande successo per "Non Conosci Papicha"

Prossimo appuntamento lunedì 20 marzo con "La Vita Che Verrà"

martedì 14 marzo 2023 16.31
A cura di Martina Musto
Serata inaugurale della rassegna cinematografica targata FIDAPA tenutasi nel giorno 13 marzo 2023, in collaborazione con il cinema Alfieri di Corato.

Sono quattro i film inclusi nel progetto tutto al femminile volto a sensibilizzare il pubblico rispetto a grandi tematiche di attualità, presenti nel nostro vivere quotidiano, che si avventano sulla figura della donna come le ombre di nuvoloni carichi d'acqua.

Islam, violenza, guerra e differenza di genere sono i nuclei attorno a cui ruotano le proiezioni scelte.

La pandemia da Sars-Covid19 ci ha portato via tempo e opportunità di crescita, per questo la Presidente FIDAPA della sez. Corato, Francesca Di Ciommo, ha cooperato con la cinefila Eleonora Piccarreta per riesumare una tradizione intrisa di progressismo che riguarda il modo di concepire la donna nel mondo, a tre anni dall'ultima rassegna. La cinefila ha operato una selezione di titoli, mirando a pellicole cariche di emozioni, collegabili tra loro per il ruolo chiave e protagonista della donna.

Tutti i film hanno l'obiettivo di coinvolgere lo spettatore e trascinarlo in un turbine di emozioni contrastanti, rendendolo consapevole della donna quale figura rivoluzionaria capace di andare contro la medesima società, pur di rivendicare la propria posizione e le proprie ideologie di pensiero.

Non conosci Papicha (2019), si porta a casa a casa due premi Caesar nel 2020. Ambientato nell'Algeria di fine anni '90, le continue minacce terroristiche e l'abuso religioso ostacolano la vita di alcune giovani studentesse. Nedjma, protagonista, veste succinta, non porta l'hijab, studia e trascorre le notti in discoteca per vendere i suoi abiti realizzati con una povera cucitrice e le sue piccole mani. È bellissima, i suoi capelli lunghi sfumati dal sole rappresentano la sua tenacia e il suo coraggio. Vorrebbe diventare una stilista, tenta in tutti i modi di finanziare la sua arte e la sua creatività in una società che non accetta la donna in quanto essere unico e indipendente.

L'impronta della regista Mounia Meddour si palesa nella cura dei dettagli, della particolare e finta rassegnazione, negli occhi delle ragazze, per una vita che non hanno scelto. È decisamente impossibile trattenere le lacrime, la simbiosi dello spettatore con la protagonista è inevitabile. La storia spinge per entrargli dentro, farlo sussultare, dargli una strigliata su quanto sia importante lottare per ciò che amiamo.

Nedjma è uno spirito libero, non vuole scappare da Algeri per trovare la libertà, vuole che sia la libertà a trovare Algeri. È l'esempio di giovane donna più straordinario che esista, non si arrende di fronte alla tristezza e alle disuguaglianze, ai tabù culturali, alle imposizioni religiose e al patriarcato.

In un luogo in cui le donne fanno la guerra ad altre donne, in cui non possono parlare, non possono uscire senza hijab e non possono studiare, ci chiediamo come questa possa chiamarsi vita.

Sulla base di queste valutazioni, è fondamentale domandarci come sia possibile sorvolare sulla concezione di donna nella nostra società. Non è vero che sono riuscite a guadagnarsi la parità tra i sessi, non è vero che sono tutelate da associazioni, leggi o organizzazioni, non è vero che sono privilegiate rispetto alle donne che vivono in paesi di guerra. Non è sufficiente istituire una giornata internazionale, ci sono mentalità che ancora percepiscono la donna come un limite. Ci sono mentalità che ancora ritengono la donna una figura le cui mansioni principali rimarranno per sempre la cura della casa, dei figli e del marito.

Se queste donne, semplicemente, decidessero di curarsi finalmente di sé stesse, credete che sarebbe sbagliato?