Tre furti e un episodio di ricettazione. C'è una prima svolta, due arresti

Panifici, macellerie, ma anche la refurtiva di un negozio di intimo. Un 30enne e un 46enne fermati dopo una serrata indagine

venerdì 14 novembre 2025 14.01
A cura di Nicola Miccione
Tre furti e un episodio di ricettazione: i loro obiettivi erano comuni, soprattutto panifici della città di Corato e, di conseguenza, i bottini non memorabili. Da qualche migliaio di euro fino ad un vasto campionario di articoli di biancheria intima (slip femminili, pigiami, vestaglie, reggiseni, tute, calzini e tovaglie) trovati in un box.

Di sicuro, Giovanni Varesano, 30enne, Alessandro Pinto, 44enne, e una 46enne, l'unica donna del gruppo, negli ultimi mesi erano diventati l'incubo degli esercenti del loro comune di residenza. I primi due sono finiti in carcere, a Trani, su ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale tranese, Marina Chiddo, in una notte, quella di ieri, di controlli serrati. I poliziotti del Commissariato di P.S., infatti, hanno messo un freno ad un clima di crescente preoccupazione in città.

Gli agenti, sotto il coordinamento del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, supportati da unità investigative e pattuglie sul territorio, hanno eseguito una serie di perquisizioni e controlli mirati che hanno portato una prima risposta sul territorio coratino, dopo la recrudescenza di episodi criminosi. Una vera e propria escalation che ha portato il sindaco Corrado De Benedittis a sollecitare persino l'intervento del prefetto di Bari, Francesco Russo.

Tre i furti contestati agli indagati, identificati dai poliziotti del vice questore aggiunto Francesco Filograno che hanno analizzato le immagini di videosorveglianza, ricostruendo i movimenti dei tre e collegandoli ai casi denunciati. I primi due risalgono al 29 settembre scorso, quando il 30enne «si introduceva», nel panificio La Sfornata in viale Veneto, impossessandosi di 2.500 euro, prima di far capolino nella macelleria Bovina, in via Imbriani, arraffando, fra le altre, 50 euro in monete.

Stessa tecnica il 3 ottobre, quando, il 30enne, «attraverso la finestra di via Vanin che permette l'accesso nel retrobottega, si introduceva» nel panificio Come una Volta, in via Orlando, riuscendo ad arraffare, dal registratore di cassa, la somma di 1.331,67 euro. Ma i tre sono anche accusati di un episodio di ricettazione: il 17 ottobre scorso, infatti, «detenevano i prodotti provenienti da un'attività di furto, consistenti in articoli di biancheria intima, che occultavano all'interno di un box».

E adesso, è giunto il momento di pagare il conto per tutte quelle incursioni. Tre, a vario titolo, quelle attribuite ai presunti componenti della banda, accusati a vario titolo dei reati di furto e ricettazione e difesi dagli avvocati Marialuisa Tarricone, Aldo Balducci e Simona Aduasio. Ma le indagini non sono nemmeno terminate.