Il commissario straordinario raccomanda: «State a casa»

Chi contravviene alle prescrizioni rischia l'arresto o l'ammenda sino a 206 euro

giovedì 12 marzo 2020 19.24
A seguito dei decreti del presidente del consiglio dei ministri e in particolare dell'ultimo decreto dell'11 marzo, al fine di dare esecuzione alle ulteriori misure urgenti per il contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale, a partire dalla data odierna e fino al 25 marzo 2020, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, il commissario straordinario invita tutti i cittadini che in qualsiasi modo si trovano in giro per la città, sia a bordo di veicoli che a piedi, a portare dietro il modulo dell'autocertificazione da esibire agli organi di polizia al momento del controllo.

Raccomanda inoltre a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

Invita i cittadini a stare a casa, ricordandovi che ci si può spostare dal proprio domicilio solo ed esclusivamente per i seguenti motivi :
Evidenza, infine, che vige il divieto di assembramento di persone su spazi pubblici e privati ed è in vigore l'obbligo della chiusura degli esercizi previsti dal DPCM dell'11 marzo 2020.

Chiede a tutta la cittadinanza di dare la massima collaborazione, invitandola ad osservare le disposizioni e direttive sopra indicate .

La mancata osservanza degli obblighi di cui alle precitate disposizioni del Governo, comporteranno le conseguenze sanzionatorie come per legge (art. 650 c.p., se il fatto non costituisce più grave reato).

L'articolo 650 del codice penale stabilisce che: "Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d'ordine pubblico o d'igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato [c.p. 336, 337, 338], con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 206".