È morto Padre Bernardino Bucci, il frate che conobbe Luisa Piccarreta

È stato a lungo parroco a Trinitapoli

venerdì 17 luglio 2020 13.09
È morto Frate Bernardino Giuseppe Bucci, uno degli ultimi testimoni viventi di Luisa Piccarreta. Frate Bernardino Giuseppe Bucci era nato a Corato, il 15 giugno 1935; fu ordinato sacerdote il 14 marzo 1964. È appartenuto all'ordine francescano dei cappuccini; dal 1 ° gennaio 1997 è stato Parroco della Chiesa Parrocchiale dell'Immacolata di Trinitapoli.
È stato membro del Tribunale diocesano ecclesiastico per la causa di beatificazione della Serva di Dio, Luisa Piccarreta, e dal 1998 è stato membro della Commissione diocesana per la stessa causa.

È stato autore di diversi opuscoli sulla vita della Serva di Dio, Luisa Piccarreta, con l'Imprimatur dell'Arcidiocesi ed incaricato di diffondere la spiritualità della Divina Volontà secondo la Serva di Dio, Luisa Piccarreta, in conformità con il giuramento di non diffondere verità contrarie alla dottrina cattolica.

Padre Bucci era il nipote di Rosaria Bucci, "umile e fedele confidente di Luisa", la quale visse nella stessa abitazione di Luisa e la assistette per quarant'anni. Padre Bernardino Bucci visitò la casa di Luisa tra il 1942 e il 1947 - gli ultimi 5 anni della vita terrena di Luisa - quando egli era ancora bambino. Le pagine seguenti presentano informazioni generali sulla vita di Luisa, nonch aneddoti e circostanze personali dagli incontri diretti del Padre Bucci con Luisa.

Di lui, il sindaco di Trinitapoli Francesco Di Feo, ha un ricordo vivo.

«"Hei, uagliò", e richiamava all'ordine i suoi ragazzi con autorevolezza e affetto». Il sindaco Francesco di Feo ricorda così Padre Bernardino Bucci, che si è spento questa mattina. Per decenni, aveva guidato la parrocchia dei Cappuccini, riempiendo l'oratorio di giovani: «anime da forgiare – ricorda di Feo – nella preghiera, con i campi scuola».

Lo stesso sindaco frequentava l'oratorio di Padre Bernardino, in gioventù: «Il suo impegno al fianco delle giovani generazioni era costante, alternando con sapienza momenti culturali e formativi al gioco e la spensieratezza dell'essere giovani e di crescere insieme».

Negli Anni 80, salvò decine di ragazzi dalla droga. «Fu un vero prete-coraggio, andando a scovare casa per casa chi era caduto nella trappola; quanti ne ha aiutati, portandoli nelle comunità di recupero, senza alcun timore di doversi scontrare con la criminalità che spacciava morte».

Padre Bernardino esigeva rigore e consapevolezza dai fedeli. «Con Enzo Arbore – aggiunge di Feo, commosso – organizzò veri e propri corsi di formazione sulle Sacre scritture, per preparare cattolici in grado di contrastare ogni degenerazione valoriale e la presenza di altre professioni religiose».

Da Terlizzi a Trinitapoli, sempre con la stessa forza ed al di sopra di ogni tentativo di strumentalizzazione. «Ci mancherà – conclude il primo cittadino – perché per intere generazioni di trinitapolesi è stato un secondo padre, una guida, un punto di riferimento umano, sociale e religioso. Ha contribuito con affetto ed autorevolezza a formare questa comunità».