"Stoc Ddo": la tragica storia di Michele Fazio commuove il Teatro Comunale

Lo spettacolo, interpretato da Sara Bevilacqua, è una struggente testimonianza della devastante opera delle mafie

mercoledì 17 aprile 2024 11.10
A cura di Stefano Procacci
Era il 12 luglio del 2001, una torrida sera d'estate nella caldissima Bari Vecchia: Michele stava tornando a casa dopo aver trascorso del tempo con gli amici sul lungomare. Aveva chiamato la sorella per annunciare che sarebbe stato presto a casa, ma poco dopo quella telefonata, fu colpito da un proiettile alla nuca. Michele Fazio aveva solo 15 anni. Michele Fazio è una delle 1069 vittime innocenti di Mafia accertate e la sua storia è raccontata nello struggente monologo interpretato da Sara Bevilacqua, scritto da Osvaldo Capraro e prodotto da Meridiani Perduti.

"Stoc Ddo", andata in scena ieri sera in un gremito Teatro Comunale, è un'opera toccante, diretta e struggente, che ripercorre la tragica storia dagli occhi di Lella, mamma coraggio che non si è mai piegata alle logiche criminali di un quartiere divenuto sempre meno sicuro, man mano che il business della droga si espandeva sempre più in città. Uno "stream of consciousness" che arriva forte come un pugno nello stomaco, che non utilizza delicate metafore, ma chiama i mostri con i loro nomi (e cognomi), senza paura di ritorsioni o vendette, perché il bene e la giustizia, alla lunga, vincono sempre.

Dopo il commovente spettacolo, tributato dal pubblico con una meritatissima standing ovation, è toccato ai genitori dello scomparso Michele, salire sul palco a dare la loro testimonianza. Lella e Pinuccio Fazio hanno dedicato la loro vita a combattere la mafia e l'omertà, girando l'Italia per sensibilizzare le persone sulla criminalità organizzata e sull'importanza della legalità.

A quasi un quarto di secolo dalla tragica vicenda, è struggente il fuoco e la forza che questi genitori orfani di figlio hanno ancora nei loro occhi e nelle loro parole. La sofferenza indicibile «dopo la morte di un figlio si sopravvive, non si vive più» - dice mamma lella -, si fonde in maniera pura e inossidabile con la voglia di giustizia (non di vendetta) e legalità, che questa famiglia da sempre insegue e persegue.

«La vita è una, non sprecatela dietro questi bastardi - continua mamma Lella -. La mafia porta a sole due strade: al carcere o al cimitero. Usate la vostra vita per essere felici, per aiutare il prossimo, per stare bene anche con poco. Non buttatela via».

La perdita di Michele è stata profondamente sentita dalla sua famiglia e dalla comunità, e la sua storia continua a essere un simbolo della lotta contro la mafia e un monito per tutti sulla necessità di perseguire la giustizia e la pace.

"Stoc Ddo" è una storia vera, ma anche un appello emotivo e un invito all'impegno civile, che ricorda l'importanza della lotta alla mafia e dell'impegno per la legalità, che dev'essere di tutti, nessuno escluso. Stoc Ddo è certamente la punta di diamante di un cartellone teatrale variopinto e variegato, per qualità interpretativa, narrazione e messaggio lanciato. E tutti noi, almeno una volta nella vita, dovremmo vederlo. O quantomeno conoscere la forza e la resilienza di Pinuccio e Lella.