Un anno dal sequestro, parla il gioielliere Giulio Tandoi: l’intervista per “Quarta Repubblica”

Il racconto di quanto avvenuto sulla statale 231

giovedì 16 ottobre 2025 12.52
A cura di Anna Lops
La vicenda sembra essere uscita dalla penna di Saviano: uomini incappucciati, minacce, armi e tensione. Eppure, quanto accaduto il 5 settembre 2024 a Corato è reale e preoccupante.

Protagonista della vicenda l'orafo coratino Giulio Tandoi che, ad un anno dal fattaccio, ha raccontato la sua versione dei fatti a "Quarta Repubblica", programma condotto su rete 4 da Nicola Porro.

«Mi stavo preparando per andare alla fiera dell'oro e ho messo tutto in uno zaino: diamanti oggetti già finiti e soldi», ha raccontato il gioielliere. «Durante il tragitto sono stato assaltato, mi hanno coperto tutta la testa e in tre e mi hanno scaraventato in quest'auto. Mi hanno dato quattro colpi con la canna della pistola e mi hanno intimato di star zitto. Poi mi hanno assaltato armati fino al collo, tutti a volto coperto. Io ne ho contati 7, 8 e mi hanno intimato di alzare le mani altrimenti mi avrebbero ammazzato. Avevo una pistola dietro la nuca tutto il tempo del sequestro».

«A me è sembrato un tempo infinito. Il senso di impotenza come quando sogni e non riesci a scappare», ha ricordato con voce segnata.

La storia ha trovato il suo esito tra le campagne di Mariotto, dove Giulio Tandoi è stato rilasciato con un «cielo completamente nero. Non mi avrebbe ritrovato neanche l'elicottero».

Un episodio che rientra in un problema più grande: la caccia all'oro che vale sempre di più. 113€ al grammo: è il costo dell'oro che trasforma le gioiellerie nei bersagli preferiti da furti e rapine. Per i gioiellieri diventa sempre più difficile disporre di assicurazioni: solo il 54% ne possiede una, il 90% di loro usa allarmi e sistemi di videosorveglianza che spesso non bastano.

Le indagini sono ancora in corso.