Il coratino Antonio Procacci confermato coordinatore provinciale del Movimento per l'ItalExit
Tra gli obiettivi: riacquisizione della sovranità italiana in ogni ambito, controllo dell'emissione della moneta e abbattimento del Welfare State
lunedì 7 luglio 2025
10.26
Il coratino Antonio Procacci è stato confermato coordinatore provinciale del Movimento per l'ItalExit, improntato all'euroscetticismo e al sovranismo, con posizioni in ambito commerciale ed economico di contrasto al neoliberismo e in forte difesa del made in Italy.
Di seguito la nota completa di Procacci.
«Ringrazio il presidente nazionale, Giampaolo Bocci, e il coordinatore regionale, Marcello Mariella, per la fiducia nei miei confronti che ha portato, in seguito al rinnovamento delle cariche all'interno del Movimento, alla conferma del mio ruolo di coordinamento provinciale dell'intera città metropolitana di Bari, rafforzata dalla partecipazione al tavolo con la dirigenza nazionale del partito per programmare il futuro, tenutasi domenica 29 giugno a Roma.
In un'epoca segnata da grandi tensioni a livello geopolitico, è indispensabile un ruolo intermediario da parte dell'Italia, che dovrebbe ricoprire una posizione neutrale - piuttosto che assecondare acriticamente la volontà della Nato - riconoscendo il multipolarismo oggi dominante nelle relazioni internazionali tra i vari Stati.
Allo stesso tempo, è necessario che ogni Stato, a partire dall'Italia, riacquisisca la propria sovranità in ogni ambito, a partite da quello economico e monetario. Infatti, la capacità di ogni Stato di poter controllare l'emissione di moneta (attraverso una Banca Centrale nazionale) entro i propri confini, e la capacità di autodeterminarsi in ambito economico, risultano il presupposto fondamentale di una democrazia, che possa realmente definirsi partecipativa.
Occorre porre un freno alle diseguaglianze sociali crescenti e all'abbattimento del Welfare State, attraverso una politica economica di stampo keynesiano, basata sull'intervento dello Stato nel regolarmente e disciplinare l'economia, in antitesi al modello economico di stampo neoliberista (oggi promosso dai trattati giuridici dell'Unione Europea), che prevede la libera e incontrollata circolazione di capitali, merci e persone tra tutti i Paesi membri; un modello funzionale ad arricchire i grandi capitalisti e le multinazionali, a discapito della piccola e media impresa, del ceto medio, delle partite IVA e della classe lavoratrice (vero cuore pulsante di una nazione), che vanno viceversa tutelati.
Per fare tutto ciò, auspichiamo e lavoriamo alla creazione di un unico e ampio fronte popolare, che possa unire tutte le forze sovraniste e sociali di questo paese e che possa porsi come reale alternativa ai due opposti (ma speculari) schieramenti attuali di centro-destra e centro-sinistra, in modo da dare reale rappresentanza e voce alla maggior parte dell'elettorato, che oggi si sente tradito e preferisce disertare le urne. Urge una rivoluzione che passi anche attraverso gli appuntamenti elettorali prossimi, ai cui cercheremo di farci trovare pronti a livello sia regionale sia nazionale».
Di seguito la nota completa di Procacci.
«Ringrazio il presidente nazionale, Giampaolo Bocci, e il coordinatore regionale, Marcello Mariella, per la fiducia nei miei confronti che ha portato, in seguito al rinnovamento delle cariche all'interno del Movimento, alla conferma del mio ruolo di coordinamento provinciale dell'intera città metropolitana di Bari, rafforzata dalla partecipazione al tavolo con la dirigenza nazionale del partito per programmare il futuro, tenutasi domenica 29 giugno a Roma.
In un'epoca segnata da grandi tensioni a livello geopolitico, è indispensabile un ruolo intermediario da parte dell'Italia, che dovrebbe ricoprire una posizione neutrale - piuttosto che assecondare acriticamente la volontà della Nato - riconoscendo il multipolarismo oggi dominante nelle relazioni internazionali tra i vari Stati.
Allo stesso tempo, è necessario che ogni Stato, a partire dall'Italia, riacquisisca la propria sovranità in ogni ambito, a partite da quello economico e monetario. Infatti, la capacità di ogni Stato di poter controllare l'emissione di moneta (attraverso una Banca Centrale nazionale) entro i propri confini, e la capacità di autodeterminarsi in ambito economico, risultano il presupposto fondamentale di una democrazia, che possa realmente definirsi partecipativa.
Occorre porre un freno alle diseguaglianze sociali crescenti e all'abbattimento del Welfare State, attraverso una politica economica di stampo keynesiano, basata sull'intervento dello Stato nel regolarmente e disciplinare l'economia, in antitesi al modello economico di stampo neoliberista (oggi promosso dai trattati giuridici dell'Unione Europea), che prevede la libera e incontrollata circolazione di capitali, merci e persone tra tutti i Paesi membri; un modello funzionale ad arricchire i grandi capitalisti e le multinazionali, a discapito della piccola e media impresa, del ceto medio, delle partite IVA e della classe lavoratrice (vero cuore pulsante di una nazione), che vanno viceversa tutelati.
Per fare tutto ciò, auspichiamo e lavoriamo alla creazione di un unico e ampio fronte popolare, che possa unire tutte le forze sovraniste e sociali di questo paese e che possa porsi come reale alternativa ai due opposti (ma speculari) schieramenti attuali di centro-destra e centro-sinistra, in modo da dare reale rappresentanza e voce alla maggior parte dell'elettorato, che oggi si sente tradito e preferisce disertare le urne. Urge una rivoluzione che passi anche attraverso gli appuntamenti elettorali prossimi, ai cui cercheremo di farci trovare pronti a livello sia regionale sia nazionale».