Un solo viaggio, molte vite: grande successo al Teatro Comunale per "Ho Cambiato Idea"
L’intero incasso della serata è stato devoluto all’ANT, sezione di Corato
sabato 6 maggio 2023
10.50
Quando inizia davvero un viaggio? E quando può dirsi concluso? Quali sono i segnali che possono avvisarci quando il treno su cui abbiamo viaggiato sta per fermarsi nell'ultima stazione? E a quel punto quali scelte, quali possibilità abbiamo?
Lo spettacolo musico‒teatrale "Ho Cambiato Idea", scritto in onore di Mario Copertino e andato in scena il giorno 30 aprile 2023 presso il Teatro Comunale di Corato, che ha concesso il patrocinio, è stato inteso come viaggio all'interno di un altro viaggio, una sfida al tempo che nello spazio di un palcoscenico si è dapprima disteso, come dita che si aprono per donare, e poi riavvolto, come certi fiori notturni che richiudono i petali, trattenendo pe sé i colori, i profumi, le forme, la bellezza.
Eppure in questo moto incessante di aprirsi e chiudersi possiamo trovare l'essenza di una storia che deve essere raccontata, conosciuta, condivisa.
L'iniziale desiderio di Stefano e Francesca Copertino, figli di Mario, è stata quella di fissare in un punto preciso dell'universo l'esistenza del loro padre affinché restasse incastrata nell'eternità l'orma del suo passaggio, così come accade quando una conchiglia, diventata fossile, avrà per sempre la prova essere stata parte del trascorrere dei giorni, degli anni, dei secoli.
Una volta stabilita una visione generale del progetto, sono state coinvolte altre figure professionali che hanno accettato con entusiasmo la prospettiva di un lavoro corale e accolto con passione la volontà di realizzare uno spettacolo che fosse più di un semplice omaggio, mirando ad offrire al pubblico intervenuto la possibilità di porsi interrogativi che riguardano tutti.
È questo, in fondo, ciò che l'arte, e in questo caso il teatro, deve fare: partendo dal particolare di un'esperienza, deve generare prospettive di confronto, di riflessione, di pensiero che al di là della paura dell'ignoto raggiungano la riva della consapevolezza.
Così, accanto a Stefano e Francesca Copertino, la regista Chiara Nocito ha lavorato a pieno ritmo affinché lo spettacolo procedesse in modo parallelo tanto verso il ricordo di un uomo forte, sorridente e premuroso quanto verso la coscienza che si può attraversare il dolore senza farsi sconfiggere dalla paura del dolore stesso.
Allora i gesti, i pensieri, i timori, la gioia, le parole di una persona che non c'è più diventano viatico di memoria e di futuro, di sofferenza e di coraggio, di silenzi e di musica.
Nei monologhi recitati da Giuseppe Massarelli, che in questo spettacolo ha interpretato Mario Copertino dall'inizio alla fine del suo viaggio, c'era moltissimo di un uomo che ha vissuto per la famiglia, per gli amici e per la scoperta quotidiana della bellezza nelle piccole cose; le sue parole, condensate in brevi battute, hanno saputo trasmettere le contraddizioni e le eccellenze di un uomo che nutriva con la fiducia, l'amore e la felicità sia se stesso che chi lo circondava.
Tutto il lavoro di "Ho Cambiato Idea" si è fondato sulla volontà di conciliare quanto era noto ai familiari stretti con quello che di sé Mario Copertino mostrava agli altri: il risultato è stato certamente un viaggio che ha condotto gli spettatori da una parte a ricordare Mario, se l'avevano conosciuto in vita, e dall'altra a conoscerlo anche attraverso le sue musiche preferite, interpretate da musicisti e cantanti di professione che si sono avvicendati sul palco.
Allora attraverso le note che si libravano dagli spartiti è sembrato di ascoltare la voce di chi non c'è più fisicamente, ma che ha cambiato idea riguardo al non esserci in modo definitivo: il viaggio, interrotto a causa di una una terribile malattia, prosegue, anzi può proseguire attraverso il ricordo che sfida la morte e ne riduce il potere poiché non c'è barriera o recinto che può ostacolare il vento in cui sentiremo sempre l'eco dei nomi di coloro che abbiamo amato e di cui rivivremo, nei sogni e nella veglia, la storia.
In questo spettacolo la musica ha certamente avuto un ruolo importantissimo, riempiendo di senso e significato ciò che spesso le parole non potevano dire. Ecco allora che ad opera della musica del pianoforte, suonato da Roberto Fasciano ed Emanuele Petruzzella, dell'oboe, suonato da Luciana Visaggio, del violino, suonato da Francesco Lisena, del violoncello, suonato da Paola De Candia, e delle voci di Francesca Copertino, cantante lirica, e di Cesare Tenuta, cantante lirico e chitarra classica, l'esistenza di Mario Copertino è tornata a intrecciarsi con il presente, con chi lo ha conosciuto e non smetterà di ricordarlo.
La coralità dello spettacolo è stata realizzata anche attraverso la partecipazione appassionata di Giuseppe Leo (attore), di Gianmaria Giancaspro (supporto sound design), Riccardo Quaratino (supporto grafica), Vito Andrea Tomaselli (supporto scenografia), Alessandro Adduci (supporto tecnico), Alessandro Picca (supporto organizzativo), oltre che di Francesca Copertino (direzione artistica e cantante lirica), di Stefano Copertino (produzione e sceneggiatura) e di Chiara Nocito (regia e sceneggiatura).
L'intero incasso della serata è stato devoluto all'ANT, sezione di Corato, per il quale i presidente Domenico Resta, salito sul palco, ha sentitamente ringraziato.
I ringraziamenti per la realizzazione dello spettacolo devono essere anche rivolti agli sponsor: Teatro Comunale di Corato, Gocce nell'oceano, CICRES, Fondazione Cannillo, Ribatti, 50mila eventi, Capogna autoservizi, 18Karati, Fariello car point, Ausonia living, Pharmafiore, Cartoleria Olivieri, I piccoli chi, Sonia De Palo.
Infine, sono nelle parole di Francesca Copertino i bagliori di un fuoco che nessun temporale spegnerà mai: "Non possiamo curare le malattie fisiche, ma possiamo provare a guarire l'anima con l'amore".
Lo spettacolo musico‒teatrale "Ho Cambiato Idea", scritto in onore di Mario Copertino e andato in scena il giorno 30 aprile 2023 presso il Teatro Comunale di Corato, che ha concesso il patrocinio, è stato inteso come viaggio all'interno di un altro viaggio, una sfida al tempo che nello spazio di un palcoscenico si è dapprima disteso, come dita che si aprono per donare, e poi riavvolto, come certi fiori notturni che richiudono i petali, trattenendo pe sé i colori, i profumi, le forme, la bellezza.
Eppure in questo moto incessante di aprirsi e chiudersi possiamo trovare l'essenza di una storia che deve essere raccontata, conosciuta, condivisa.
L'iniziale desiderio di Stefano e Francesca Copertino, figli di Mario, è stata quella di fissare in un punto preciso dell'universo l'esistenza del loro padre affinché restasse incastrata nell'eternità l'orma del suo passaggio, così come accade quando una conchiglia, diventata fossile, avrà per sempre la prova essere stata parte del trascorrere dei giorni, degli anni, dei secoli.
Una volta stabilita una visione generale del progetto, sono state coinvolte altre figure professionali che hanno accettato con entusiasmo la prospettiva di un lavoro corale e accolto con passione la volontà di realizzare uno spettacolo che fosse più di un semplice omaggio, mirando ad offrire al pubblico intervenuto la possibilità di porsi interrogativi che riguardano tutti.
È questo, in fondo, ciò che l'arte, e in questo caso il teatro, deve fare: partendo dal particolare di un'esperienza, deve generare prospettive di confronto, di riflessione, di pensiero che al di là della paura dell'ignoto raggiungano la riva della consapevolezza.
Così, accanto a Stefano e Francesca Copertino, la regista Chiara Nocito ha lavorato a pieno ritmo affinché lo spettacolo procedesse in modo parallelo tanto verso il ricordo di un uomo forte, sorridente e premuroso quanto verso la coscienza che si può attraversare il dolore senza farsi sconfiggere dalla paura del dolore stesso.
Allora i gesti, i pensieri, i timori, la gioia, le parole di una persona che non c'è più diventano viatico di memoria e di futuro, di sofferenza e di coraggio, di silenzi e di musica.
Nei monologhi recitati da Giuseppe Massarelli, che in questo spettacolo ha interpretato Mario Copertino dall'inizio alla fine del suo viaggio, c'era moltissimo di un uomo che ha vissuto per la famiglia, per gli amici e per la scoperta quotidiana della bellezza nelle piccole cose; le sue parole, condensate in brevi battute, hanno saputo trasmettere le contraddizioni e le eccellenze di un uomo che nutriva con la fiducia, l'amore e la felicità sia se stesso che chi lo circondava.
Tutto il lavoro di "Ho Cambiato Idea" si è fondato sulla volontà di conciliare quanto era noto ai familiari stretti con quello che di sé Mario Copertino mostrava agli altri: il risultato è stato certamente un viaggio che ha condotto gli spettatori da una parte a ricordare Mario, se l'avevano conosciuto in vita, e dall'altra a conoscerlo anche attraverso le sue musiche preferite, interpretate da musicisti e cantanti di professione che si sono avvicendati sul palco.
Allora attraverso le note che si libravano dagli spartiti è sembrato di ascoltare la voce di chi non c'è più fisicamente, ma che ha cambiato idea riguardo al non esserci in modo definitivo: il viaggio, interrotto a causa di una una terribile malattia, prosegue, anzi può proseguire attraverso il ricordo che sfida la morte e ne riduce il potere poiché non c'è barriera o recinto che può ostacolare il vento in cui sentiremo sempre l'eco dei nomi di coloro che abbiamo amato e di cui rivivremo, nei sogni e nella veglia, la storia.
In questo spettacolo la musica ha certamente avuto un ruolo importantissimo, riempiendo di senso e significato ciò che spesso le parole non potevano dire. Ecco allora che ad opera della musica del pianoforte, suonato da Roberto Fasciano ed Emanuele Petruzzella, dell'oboe, suonato da Luciana Visaggio, del violino, suonato da Francesco Lisena, del violoncello, suonato da Paola De Candia, e delle voci di Francesca Copertino, cantante lirica, e di Cesare Tenuta, cantante lirico e chitarra classica, l'esistenza di Mario Copertino è tornata a intrecciarsi con il presente, con chi lo ha conosciuto e non smetterà di ricordarlo.
La coralità dello spettacolo è stata realizzata anche attraverso la partecipazione appassionata di Giuseppe Leo (attore), di Gianmaria Giancaspro (supporto sound design), Riccardo Quaratino (supporto grafica), Vito Andrea Tomaselli (supporto scenografia), Alessandro Adduci (supporto tecnico), Alessandro Picca (supporto organizzativo), oltre che di Francesca Copertino (direzione artistica e cantante lirica), di Stefano Copertino (produzione e sceneggiatura) e di Chiara Nocito (regia e sceneggiatura).
L'intero incasso della serata è stato devoluto all'ANT, sezione di Corato, per il quale i presidente Domenico Resta, salito sul palco, ha sentitamente ringraziato.
I ringraziamenti per la realizzazione dello spettacolo devono essere anche rivolti agli sponsor: Teatro Comunale di Corato, Gocce nell'oceano, CICRES, Fondazione Cannillo, Ribatti, 50mila eventi, Capogna autoservizi, 18Karati, Fariello car point, Ausonia living, Pharmafiore, Cartoleria Olivieri, I piccoli chi, Sonia De Palo.
Infine, sono nelle parole di Francesca Copertino i bagliori di un fuoco che nessun temporale spegnerà mai: "Non possiamo curare le malattie fisiche, ma possiamo provare a guarire l'anima con l'amore".