Giunta D'Introno
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Politica

La mai nata amministrazione D'Introno è già ai titoli di coda

Sono rimasti in cinque a sostenere il primo cittadino

Le vicende amministrative degli ultimi giorni e in particolare di questa mattina meritano una riflessione che prescinda dalla cronaca dei fatti.

Benché in alcuni tratti sia superfluo commentare l'esito delle tre votazioni per l'elezione del presidente del consiglio, naufragata anche alla terza convocazione della massima assemblea cittadina, è opportuno fare alcuni rilievi che aiutino a inquadrare le azioni dei consiglieri comunali in un contesto di strategia che ha ben poco di politica.

L'amministrazione di Pasquale D'Introno è ormai agonizzante. La malattia che l'ha colpita sin dalla sua nascita sta ormai consumando ciò che rimane del centrodestra, ormai ridotto a brandelli benché uscito forte e compatto dalle votazioni. Il timido ed unico intervento del sindaco D'Introno, con il suo appello alla responsabilità di eleggere il presidente del consiglio comunale, non solo non ha sortito alcun effetto ma ha messo il primo cittadino di fronte ad un'altra realtà: i numeri a suo sostegno diminuiscono.
Il consigliere ex Fratelli d'Italia Cosimo Zitoli è corso ai ripari dichiarandosi aderente al gruppo misto pur manifestando il suo sostegno al sindaco.

I conti però non tornano. Sono soltanto cinque i consiglieri comunali che hanno indicato un nome come presidente del consiglio (quello di Gabriele Diaferia) a fronte dei sei consiglieri, Zitoli compreso, che avevano dichiarato sostegno al primo cittadino. Chi ci ha ripensato? Forse lo stesso Zitoli? Glielo chiederemo.

Quel che emerge dai lavori consiliari di oggi è l'ormai irrimediabile frattura che intercorre tra il sindaco e Direzione Italia. Una frattura che non si è aperta su questioni amministrative, su diversità di opinioni sul percorso amministrativo da intraprendere o piuttosto su provvedimenti da adottare. Nulla di tutto questo. Fosse così i cittadini, ossia coloro che hanno investito consiglieri comunali e sindaco della responsabilità di amministrare, avrebbero gli strumenti per valutare chi tra Pasquale D'Introno e i suoi fedeli e Gino Perrone con i consiglieri di Direzione Italia stia sbagliando.

Invece, ad oggi, non ci è dato di sapere né tanto meno di capire quale sia la reale motivazione che ha portato alla rottura. Che abbia ragione il consigliere di opposizione Paolo Loizzo nell'inquadrare la lotta intestina in uno scenario più ampio di lotta per la leadership del centrodestra? Se così fosse il dato sarebbe estremamente grave perché la lotta si consumerebbe sulle spalle e a danno delle istituzioni e dei cittadini.

Né si può pensare, però, che la crisi si ascrivibile ad una mera questione di nomi da inserire in giunta. Fratelli d'Italia e IDEA non hanno rinunciato ai loro rappresentanti. Direzione Italia non ha ritirato le deleghe: che possa aver infastidito l'ostinazione del sindaco nel volere al suo fianco figure del suo "cerchio magico", assessore Roselli in primis? Che possa aver infastidito il veto del primo cittadino su alcune figure indicate da Forza Italia e Direzione Italia? Che sia la disparità nell'affrontare le nomine ad assessore ad aver creato la frattura? Sembrerebbe infatti che il nome di Roselli non fosse gradito agli esponenti di Direzione Italia: eppure oggi sedeva sugli scranni degli assessori.

È incredibile, però, che nonostante le pesanti accuse rivolte al sindaco in particolare dal consigliere Ignazio Salerno, D'Introno si sia chiuso nel mutismo, snobbando la massima assise cittadina. Dare delle spiegazioni, in questa particolare e delicata fase della vita amministrativa, è un dovere. A maggior ragione se il prezzo della frizione alla fine del ballo sarà pagato dai cittadini. La mancata approvazione dell'assestamento del bilancio porterà ad un aumento delle tariffe della tassa dei rifiuti. I coratini dovranno sborsare dei denari a causa della "crisi di coppia", così come ha identificato la rottura il consigliere Nico Longo.

Dopo la disfatta di questa mattina e l'evidente impossibilità di approvare alcunché entro il 31 luglio, il sindaco ci riprova e convoca il consiglio comunale, per mercoledì alle 10. Nella stessa seduta il sindaco vorrebbe che il consiglio nominasse il presidente del consiglio comunale, nominasse i revisori dei conti, approvasse le tariffe TARI e persino debiti fuori bilancio a favore di Asipu. Un vero e proprio miracolo o la speranza di ricucire il tutto in due giorni?

Anche questo non possiamo saperlo. Intanto il sindaco rimane dimissionario, gli assessori potranno inserire nel loro curriculum vitae la seppur breve esperienza amministrativa e la macchina amministrativa, al contrario della vita politica, è completamente immobile.
  • Crisi amministrativa D'Introno
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