"A che gioco giochiamo?", a Corato la mostra didattica del CICRES

Tra oggetti, filastrocche, foto e ricordi, in via Crocifisso un percorso nella storia del gioco ad ogni età

martedì 9 giugno 2020
È stata inaugurata lo scorso 6 giugno in via Crocifisso n. 13 e resterà aperta al pubblico tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle ore 18.00 alle 21.00, fino al 16 giugno, la mostra didattica "A che gioco giochiamo?" allestita dall'associazione C.I.C.R.E.S. e dedicata al mondo del gioco.

L'esposizione "A che gioco giochiamo?" è un percorso alla scoperta del gioco e dei suoi molteplici significati, opportunità non solo di riportare alla memoria vecchie tradizioni popolari ma anche per riflettere sui cambiamenti della società nel corso del tempo, grazie a un'ampia documentazione fotografica e grafica di giochi antichi e a una ricca raccolta di giocattoli e testimonianze di vari periodi.

Giocattoli e giochi rispecchiano fedelmente la società e, nel momento in cui si sviluppano, sono perfettamente indicativi del contesto sociale, economico e culturale a cui fanno riferimento. Ci sono giochi innocenti e giochi pericolosi, giochi da bambini e giochi da adulti, giochi buoni e giochi cattivi.

Tra foto, cantilene e racconti del passato riscopriamo divertimenti che oggi sembrano fin troppo semplici, per i quali bastava un pezzo di legno o una semplice corda. Erano questi i "giocattoli" degli anni del dopoguerra, quando erano proprio i bambini a inventarsi uno svago con quello che trovavano in casa, giochi poveri la cui materia prima era soprattutto la fantasia e l'importante non erano i giocattoli ma il gioco.

L'avvento di una nuova era, quella del boom economico degli anni '70, ha cambiato le cose: per giocare serve avere tanti giocattoli che a loro volta richiedono accessori di ogni genere. Sembra paradossale ma, come diceva Gianni Rodari, «ci sono bambole che hanno tutto e bambini che non hanno niente». L'avvento delle nuove tecnologie ha poi cambiato le cose ancora una volta, giungendo a un nuovo paradosso. Se prima il gioco era fatto di interazione sociale, ora le persone comunicano sempre meno tra loro, a favore dei loro alter ego digitali e perdere il controllo diventa estremamente facile.

«Nel percorso espositivo ci sono giocattoli che evidenziano la creatività e la cura nel lavoro, giocattoli frutto dell'ingegno e della povertà; giochi di abilità motoria e di abilità mentali; giochi che favoriscono le relazioni e le inclusioni e giochi selettivi e competitivi – spiega Maria Simone, ideatrice e curatrice della mostra – Ci sono giocattoli che evidenziano il consumismo e giochi che inducono all'isolamento o a forme di compagnia o amicizie solo virtuali; giochi con regole chiare ed immediate e giochi che si iniziano al 'buio' completo senza sapere dove conducono».

L'esposizione si rivolge a tutti ma soprattutto ai ragazzi che devono saper conoscere e riconoscere la propria storia e i segni di ciò che nel corso degli anni ha plasmato il presente. «La mostra è stata curata nei minimi particolari dai nostri soci – afferma Paolo Mazzilli, Presidente del C.I.C.R.E.S. – ed è ormai il secondo anno che l'associazione si impegna nella realizzazione di una mostra didattica che serva a rafforzare un'identità culturale, la nostra, che non può e non deve finire nel dimenticatoio».

Per visitare la mostra è necessario far uso della mascherina e mantenere la distanza fisica di due metri tra i visitatori.
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