Allarme siccità, Unapol: «Non è solo un problema agricolo ma economico e sociale»

Il presidente Loiodice: «Gli effetti ricadono su consumatori e famiglie»

lunedì 18 luglio 2022 9.33
Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per la siccità in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte fino al prossimo 31 dicembre 2022. Una misura che si prevede possa essere estesa a diverse altre regioni del centro e del sud Italia.

«Le ondate di caldo anomalo, con picchi talvolta superiori ai 40 gradi hanno impattato in maniera devastante sul settore agricolo, con perdite stimate ed effettive che vanno ad aggiungersi ad una situazione già minata dal caro delle materie prime legato alla guerra in Ucraina» ha affermato il coratino Tommaso Loiodice, presidente di Unapol (unione nazionale associazioni produttori olivicoli), esprimendo grande preoccupazione per «campi e terreni completamente asciutti, non in grado di assorbire le sporadiche bombe d'acqua, quelle violentissime e dannose precipitazioni che sono state registrate in regioni come la Puglia nella scorsa settimana».

Anomalie metereologiche sintomo dei cambiamenti climatici con i quali gli agricoltori fanno i conti già da qualche decennio, e che stanno portando alla desertificazione e al radicale mutamento di tante aree un tempo floride e produttive della penisola. «Ciò che bisognerebbe far capire all'opinione pubblica è che non si tratta di un problema circoscritto alle categorie agricole. Gli effetti della siccità ricadono come un domino sull'economia delle famiglie, dei consumatori che vedono aumentare i prezzi dei prodotti della terra» ha aggiunto. «Lo Stato, attraverso gli aiuti e i milioni stanziati per l'emergenza in corso, sta tendendo la mano agli agricoltori in affanno, ma servono soprattutto soluzioni a medio e lungo termine».

Unapol è da sempre è in contatto con le realtà agricole e i referenti istituzionali: «Con i nostri momenti d'incontro vogliamo stimolare il dialogo tra gli imprenditori agricoli e le istituzioni, poiché uno dei nostri scopi è quello di ascoltare e dar voce ai nostri produttori olivicoli» ha evidenziato Loiodice. «Sono tante le soluzioni proposte, alcune molto interessanti e concrete. Come l'invito a tutte le amministrazioni comunali ad attivarsi per il riutilizzo delle acque affinate provenienti dai depuratori e per creare accordi intercomunali, laddove la geomorfologia del territorio lo consenta, al fine di individuare aree in cui è possibile la realizzazione di invasi naturali, sino a studiare la possibilità di utilizzare cave dismesse come bacini di raccolta acqua».

Il presidente di Unapol ha rimarcato: «È giunto il momento di mettere in atto soluzioni realmente efficaci in grado di proteggere il nostro patrimonio verde, affinché le future generazioni possano godere anch'esse della spettacolare visione di un ulivo monumentale e gustare un prodotto, l'olio extravergine d'oliva, considerato oro per il palato sin dai tempi dei romani».