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Politica

Consiglio Comunale: Salerno salva tutti

Determinante il suo voto per la sua carica e per la tenuta dell'amministrazione

Ci si sarebbe aspettato che, trattandosi di un punto che riguardava il suo operato da presidente del Consiglio Comunale, Ignazio Salerno si fosse astenuto dal voto così come accade circa 15 anni addietro quando l'allora presidente del consiglio comunale Maria Bovino non partecipò al voto sulla sua sfiducia.

Così non è stato, anzi, paradossalmente il voto del presidente Salerno è stato determinante per respingere la mozione di sfiducia nei suoi confronti e - come si appreso nelle battute finali del consiglio dallo stesso sindaco e dagli interventi dei consiglieri di maggioranza - anche per la tenuta dell'amministrazione comunale.

La mozione presentata da nove consiglieri del centro sinistra, con la quale si chiedeva al consiglio comunale di revocare l'incarico di presidente del consiglio ad Ignazio Salerno, è stata respinta con "soli" 13 voti contro i 12 favorevoli. Tra coloro che hanno votato con i firmatari della mozione anche i consiglieri Pino Roselli, Franco Caputo e Pippo Di Tria.

Sebbene sin dal suo esordio il consigliere Pasquale Pomodoro, parlando a nome di tutta la maggioranza, avesse ribadito che un voto sul presidente del consiglio non poteva essere un atto politico, bensì esclusivamente amministrativo, basandosi su quanto pronunciato dal TAR e dal Consiglio di Stato in situazione analoghe, i contorni del dibattito hanno da subito assunto una fisionomia prettamente politica.

E il tentativo di "smontare" pezzo per pezzo la mozione del centrosinistra, operato dallo stesso Pomodoro, non ha sortito i risultati sperati.

Se da un lato Pomodoro ha parlato di «insussistenza» delle motivazioni addotte nella mozione, scagionando il presidente del consiglio da presunte sue inefficienze o ritenendo veniali se non inevitabili alcuni atteggiamenti tenuti nella conduzione dell'assemblea, dall'altra i consiglieri comunali di opposizione prima, e lo stesso Pomodoro poi, hanno spostato il discorso su una dimensione prettamente politica.

I botta e risposta che si sono susseguiti hanno trattato di molteplici argomenti, dalla difficoltà riscontrata nel reperimento degli atti a causa di un numero sempre più ridotto di dipendenti degli uffici comunali a disposizione delle richieste dei consiglieri, a ritardi più o meno "strategici" nella consegna degli atti; dalla richiesta di rispetto delle persone e di osservanza dell'etica nell'azione amministrativa, alle scuse di Vito Bovino (PD) che a sua volta richiedeva al suo indirizzo le scuse del sindaco Mazzilli e del Sen. Perrone. Scuse mai arrivate.

A scoprire, però, le carte di una azione chiaramente politica è stato il consigliere Tommaso Loiodice il quale ha rivendicato la natura della mozione come un atto politico.

«Anche la presidenza del consiglio deve essere espressione di un momento politico che la comunità vive. E questa presidenza è nata sulla spinta di una situazione politica. La funzione del presidente del consiglio è quella di garantire un dibattito sereno e positivo in questa aula. Anche nella ufficialità dei richiami, egregiamente Salerno è intervenuto sulla minoranza, ma questo suo stesso atteggiamento non è stato applicato agli interventi anche fuori microfono dell'assessore di peso per anzianità politica o quando parla il sindaco fuori microfono utilizzando anche termini poco eleganti» ha detto Loiodice nel suo intervento. Affermazioni che hanno finalmente liberato il campo a considerazioni di carattere politico.

Tutti i capigruppo hanno preso la parola, ponendo le loro considerazioni in coerenza con il voto espresso. A tornare sulla dimensione politica dell'argomento è stato il consigliere Franco Caputo che, dismessi i panni del presidente, pur rigettando le argomentazioni della mozione ha ribadito la sua intenzione di rimuovere Salerno dalla sua carica. E lo ha fatto riferendosi a quanto già affermato in passato, anche all'interno del consiglio comunale. Secondo Caputo, Ignazio Salerno, una volta lasciato il partito di Forza Italia, avrebbe dovuto rimettere il suo incarico, così come avrebbe dovuto fare l'assessore Perrone. «Un'occasione persa per intraprendere un dialogo» ha rimproverato Caputo ai consiglieri che ora fanno capo al partito Direzione Italia. Nonostante ciò ha riferito di voler sostenere il progetto politico del sindaco Mazzilli.

È stato proprio l'intervento di Caputo a scuotere in maniera decisa la maggioranza e a far rivelare che il voto sulla mozione avrebbe certamente avuto risvolti sulla tenuta dell'amministrazione comunale.

Le carte erano finalmente tutte scoperte. Dopo oltre un'ora di dibattito in fair play, Pasquale Pomodoro ha alzato la voce: «O si fa parte di una maggioranza o non se ne fa parte. Chi sostiene il sindaco sostiene la maggioranza. Il suo (riferito a Caputo, ndr) voto potrebbe determinare qualcosa di negativo per il sindaco. Direzione Italia non consentirà mai una discussione di nomina di un nuovo presidente del consiglio comunale. Il presidente è Salerno e non si torna indietro».

Dello stesso tenore l'intervento del sindaco Mazzilli: «Non sono un politico. Sono uno che ha preso un incarico da 15.800 cittadini e lo porta avanti con un gruppo di persone che hanno inteso appoggiare questo progetto. Come un capitano di una squadra ho sempre cercato di comporre, mai di rompere. La minoranza sta mettendo alla prova la maggioranza, è questo il senso della mozione. Questa sera abbiamo l'opportunità di dire ai nostri cittadini che vogliamo portare a termine il nostro mandato. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Sono fiducioso della prova che affronteremo stasera, una prova che da tempo toglie la serenità. Una volta che si è preso un impegno dobbiamo fare in modo che questo impegno si porti avanti. Chiudiamo questa pagina: ci sono le sedi e i momenti per fare riflessioni, ma quello di stasera deve essere un passaggio in cui chiarire se abbiamo il "peccato originale"».

Il peccato originale, ossia quella divergenza intestina alla maggioranza palesatasi appena insediato il consiglio comunale con la primissima votazione del presidente del consiglio. Sono ben lontani i tempi del 15 a 9, quando Mazzilli poteva contare su una maggioranza schiacciante. Oggi è un solo consigliere comunale a fare la differenza.

Prima di andare al voto, l'intervento del sindaco, così come quello di Pomodoro, sono stati bollati come "intimidatori" dai consiglieri Loiodice e Loizzo.

Il consiglio comunale ha respinto la mozione con un solo voto di scarto: quello di Ignazio Salerno. Un voto legittimo, ma dal significato politico amaro che non può che far aprire una riflessione all'interno della maggioranza cittadina.
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