Pasquale Tandoi
Pasquale Tandoi
Cultura

Il ventennio fascista raccontato dal prof. Pasquale Tandoi

Domani la presentazione del suo ultimo libro

È in uscita E vinceremo! ultimo volume della trilogia CORATO IN CAMICIA NERA, un lavoro di ricerca svolto da Pasquale Tandoi. Il libro sarà presentato al Teatro Comunale domani 1° dicembre, alle ore 18,30. (Ingresso libero).
Scrive l'Autore nella prefazione:

"Con "E vinceremo!" si conclude l'impegnativo lavoro di ricerca durato vari anni per raccontare il ventennio fascista a Corato: un lungo segmento storico che, partito dalla fine della Grande Guerra, termina, dopo una disfatta militare e una sanguinosa guerra fratricida, con il crollo del regime e il ritorno alla libertà e alla democrazia.

Il periodo dal 1936 al 1946, preso in esame in questa terza pubblicazione, fu davvero cruciale nella storia italiana dopo l'Unità. Il decennio, filtrato attraverso le esperienze dei coratini, ebbe inizio con il momento di maggior consenso al fascismo dopo la conquista dell'Etiopia nel 1936. Fu l'apoteosi per il regime: l'Italia aveva un impero, un "posto al sole" in Africa. L'entusiasmo fu vivissimo a Corato, dove ventimila persone, il 9 maggio, acclamarono il duce fondatore dell'impero.
Seguì la guerra in Spagna, con varie decine di coratini che parteciparono come legionari volontari dalla parte delle truppe franchiste: alcuni lo fecero per motivazioni nazionalistiche e ideologiche, altri per soldi. Ma non si imboscarono nelle retrovie. In molti combatterono con impegno e accanimento meritandosi medaglie al valore e dando il loro contributo, alcuni sacrificando la vita, all'instaurazione della dittatura di Francisco Franco.
Poi arrivò il fatidico 10 giugno del 1940: l'Italia entrava in guerra, a fianco della Germania, contro Francia e Inghilterra. L'annuncio suscitò grande esultanza pure a Corato soprattutto fra i giovani universitari.

Il libro segue le tracce di soldati e ufficiali coratini sui vari fronti attraverso la cronaca degli avvenimenti bellici, ognuno con i suoi tempi e le sue differenti caratteristiche, ma tutti convergenti verso la sconfitta, anche se in tante situazioni con valore e con onore.
Numerosi sono i racconti delle esperienze militari dei coratini dal 1940 agli inizi del 1943: durante la prova ingloriosa del tardivo attacco alla Francia già tramortita dall'invasione tedesca; nell'inefficace e inconcludente aggressione alla Grecia; nelle battaglie contro gli inglesi in Africa settentrionale; infine in Russia, dove la catastrofe dell'Italia raggiunse il culmine.
Il 1943 fu l'anno che cambiò faccia alla guerra. L'anno più tragico. Dodici mesi senza respiro che fecero capire chi sarebbero stati i vincitori. Un anno interminabile, con due date che gli italiani e i coratini ricorderanno per decenni: il 25 luglio e l'8 settembre, il crollo del fascismo e il crollo del Paese. A partire da quelle date, l'Italia si spezzò in due e fu costretta a scegliere da che parte stare.
L'8 settembre del 1943 si dissolse lo Stato nazionale di origine risorgimentale. Non fu soltanto il giorno in cui il governo Badoglio annunciò l'armistizio con le potenze alleate, ma costituì, d'un tratto, la dissoluzione delle strutture istituzionali, la scomparsa del senso della comunità nazionale e dell'identità delle persone come membri di una larga aggregazione caratterizzata da una definita coscienza politica e culturale.
Quasi due anni durò l'agonia di una guerra combattuta sul suolo italiano fra due opposti eserciti occupanti, con i padroni di casa spesso nel ruolo di semplici spettatori. Fu così anche per gli abitanti di Corato che, nel settembre '43, guardarono, attoniti, le distruzioni e le rappresaglie dei tedeschi, in attesa dell'arrivo degli Alleati. Poi la rabbia dei coratini esplose con la tipica violenza che si manifesta al crollo di un regime autoritario.

Questo terzo volume è anche la cronaca di vita e di costume degli abitanti di Corato nel quinquennio del conflitto e nell'immediato dopoguerra. Il libro descrive non solo la quotidianità fatta di piccole cose, ma anche gli umori della gente che passò dagli entusiasmi e dalle illusioni iniziali alla rassegnazione, alle paure, all'angoscia, alla disperazione. Si delinea uno spaccato della città con la guerra che entrò nelle case e stravolse la vita dei coratini. I grandi fatti bellici e politici non agirono solo sullo sfondo ma condizionarono direttamente l'esistenza degli individui.
Finita ben presto la guerra nelle nostre contrade, la gente trepidava comunque per la sorte dei propri cari, figli, fratelli, mariti, amici, di quelle centinaia di soldati coratini di cui da tempo non si avevano più notizie: prigionieri degli inglesi nei campi più sperduti del mondo; prigionieri dei tedeschi come IMI, Internati Militari Italiani; soldati dispersi in Russia e negli abissi del Mediterraneo; soldati bloccati nel nord Italia i quali, buttate via le proprie divise, cercavano rocambolescamente di tornare a casa; soldati coratini che salirono in montagna come partigiani; giovani soldati coratini che aderirono alla Repubblica Sociale.
Il ritorno alla democrazia raggiunse la sua massima espressione nella primavera del '46 con le prime elezioni amministrative, col referendum monarchia-repubblica e con l'elezione dell'Assemblea Costituente. Ma premevano con urgenza soprattutto i bisogni sociali: le richieste di "pane e lavoro" resero incandescente, aspro, a tratti violento, il clima socio-politico del dopoguerra con numerosi scontri armati e anche alcune vittime.

In conclusione, il libro, nelle sue trecentocinquanta pagine, vuole essere un ampio affresco, militare, politico, sociale e umano, di una comunità che si trovò stritolata nella morsa della grande Storia.
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