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Mazzilli esce di scena, fine dell'esperienza amministrativa

Il sindaco ha salutato il Consiglio Comunale ma non ha ascoltato le repliche

L'amministrazione di Massimo Mazzilli è arrivata ai suoi titoli di coda. L'ultimo atto si è celebrato in consiglio comunale, alla presenza della quasi totalità dei consiglieri di opposizione e con i banchi del centrodestra semivuoti, occupati soltanto da quei pochi consiglieri, sino all'ultimo hanno continuato ad essere accanto al sindaco dimissionario.

Tra i banchi del centrodestra mancavano coloro che hanno determinato la scelta delle dimissioni: i quattro consiglieri di "Noi con l'Italia" e il consigliere di Forza Italia. Un'assenza che si è fatta notare.

L'assise, che avrebbe dovuto procedere all'elezione del nuovo presidente del consiglio comunale, è andata semideserta e non è riuscita neppure a passare ai punti all'ordine del giorno. A presiederla il consigliere anziano Franco Caputo.

La presenza di tredici consiglieri ha consentito che, almeno nella prima parte, si raggiungesse il numero legale così da permettere al sindaco di poter effettuare il suo intervento. Un intervento di congedo dall'aula e dal suo ruolo di sindaco, con i ringraziamenti di rito, ma comunque sinceri, e alcuni mea culpa.

«Stasera sono qui come sempre rispettosamente per portare il mio ossequioso saluto all'assise comunale, l'organo più importante che amministra la nostra bellissima apprezzatissima città di Corato» ha detto Mazzilli in apertura del suo intervento.

«Confermo ancora una volta che le dimissioni sono irrevocabili, quindi dopo la scadenza dei venti giorni non accadrà nulla. Ho promesso di lavorare fino all'ultimo giorno. I cittadini hanno bisogno di chiarezza. in questo momento storico più si è chiari più abbiamo fiducia dai cittadini. Ringrazio i cittadini che mi hanno votato incaricandomi di questo ruolo che è l'esperienza più bella del mondo, ti consente di entrare nelle persone. È stato un grande onore. In questi anni insieme alle persone con cui ho collaborato, abbiamo lavorato senza risparmio; ho pensato a lavorare da quando ho giurato sulla Costituzione di svolgere questo incarico con onore. Sin da allora mi sono proposto di agire sempre con coscienza pulita. Mi scuso se ci sono stati obbiettivi non raggiunti. Spero che ci siano tante persone che si cimentino nella pubblica amministrazione. Lasciamo un comune sano, lasciamo alle amministrazioni che verranno la piena operatività, non lasciamo una situazione che può impedire ai prossimi di operare, potranno portare avanti tutti i progetti in base poi alle proprie competenze. Mi scuso nei confronti di ognuno di voi se talvolta i toni sono stati aspri o magari irrispettosi, non dobbiamo serbare rancore ma dare segnali rassicuranti alle persone. Ritengo che evidentemente non ci sarà la possibilità di raccogliere sedici voti per eleggere il presidente e amministrazioni in stallo non le terrò mai. Mi accomiato dall'assemblea e sinceramente e rispettosamente vi saluto e vi auguro il meglio».

Appena concluso l'intervento il sindaco ha lasciato l'aula seguito dal codazzo degli assessori e a ruota dai consiglieri comunali di centrodestra.

Il sindaco ha parlato ma non ha ascoltato.

Se il suo gesto può essere considerato comprensibile per la delicatezza e l'emozione del momento, altrettanto non può essere considerato l'atteggiamento dei consiglieri comunali usciti dall'aula. Molti di essi, probabilmente non siederanno più su quegli scranni, non saranno più amministratori della città. Ma non si sono posti il problema di onorare il luogo della democrazia cittadina, di mettere nelle condizioni i consiglieri di minoranza di lasciare agli atti le loro repliche.

Così non hanno onorato l'aula della democrazia cittadina coloro che, con la loro legittima posizione politica benché ancora non totalmente chiarita, hanno determinato le dimissioni del sindaco. La loro assenza in blocco non può che essere interpretata come una fuga. Talvolta occorre ricordare che bisogna rendere conto alla città delle proprie scelte nei luoghi appropriati: non nelle segreterie dei partiti, non sui social network, non nelle trasmissioni televisive o sulle pagine dei giornali. E, senza dubbio, i consiglieri dissidenti, hanno perso una occasione per onorare quell'assemblea alla quale hanno partecipato per molti e molti anni.

I consiglieri del centrodestra, forse per un atto di solidarietà al primo cittadino, hanno abbandonato l'aula determinando la mancanza del numero legale. Solo l'impeccabile conduzione dell'assemblea del consigliere Caputo ha consentito che potesse essere data voce alle opposizioni. Nessuno dei consiglieri, prima di abbandonare l'aula, aveva infatti richiesto la verifica del numero legale e così, prima che il consigliere Tedeschi ritornasse in aula per richiedere la conta, hanno potuto esprimersi i consiglieri Renato Bucci e Tommaso Loiodice.

«Probabilmente questa sarà il mio ultimo intervento in quest'assise. Quando si fa appello alla chiarezza, bisogna ricordare che in quest'amministrazione tutti gli avvicendamenti di giunta e consiglieri sono avvenuti nella totale opacità. Non possiamo pensare che il sindaco non sappia ciò che avviene nelle segreterie. Mi sarei aspettato una spiegazione. Auguro ai prossimi amministratori che il metodo nelle procedure vale più dei risultati per l'esempio che si da. Auguro che si riprenda a cuore il tema periferie, assunzioni Asipu, giusta collocazione del personale ed eliminazione giudice di pace, svolta nel rapporto tra amministrazione gestione politica e amministrativa, sperò che si abbia al centro la giustizia sociale per restituire a tutti il senso della parità nelle opportunità. Tutto questo non è avvenuto» ha riferito Renato Bucci.

«Ringrazio il sindaco delle parole usate nei confronti di quest'assise. Se avesse fatto questi interventi in tempi non sospetti la sorte sarebbe stata diversa. Siamo all'epilogo di un modello di politica che non ha portato in questi anni alla crescita della città. Corato ha bisogno di tornare a splendere ed essere punto di riferimento nel nord barese. Cerchiamo di coinvolgere i cittadini nei processi di costruzione della città. Ancora una volta lasciamo l'aula ma non sappiamo di fatto quali sono le vere ragioni che hanno portato il sindaco a rassegnare le sue dimissioni» ha detto Tommaso Loiodice.

La verifica del numero legale ha, di fatto, impedito alle opposizioni di lasciare agli atti le dichiarazioni.

Un atteggiamento, quello della ex maggioranza, che non risponde alle intenzioni manifestate dal sindaco di rispettare ed onorare il più importante consesso cittadino.

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