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San Valentino: la storia d'amore infinita di Cataldo e Rosalba

Amor omnia vincit. Nel giorno degli innamorati, vi raccontiamo di due coratini qualsiasi, con un amore tutt'altro che comune

Nonno Cataldo è nato il 9 maggio del 1936 da una famiglia di contadini, lavoratore indefesso, uomo con dei principi sani e saldi, integerrimo, tutto famiglia e lavoro. Nonna Rosalba è del 1940, non è coratina di nascita, ma d'adozione, nel vero senso della parola. Nata a Bari, Rosalba è stata adottata da una famiglia coratina quando lei era ancora piccolissima.

Siamo nel 1955, la televisione aveva fatto da poco capolino nelle case degli italiani, il capo dello stato uno dei fondatori della DC, Gronchi. In radio c'erano Claudio Villa e Domenico Modugno, sui campi da calcio la Fiorentina vinceva il suo primo scudetto. Gli echi della guerra erano ancora nitidi e vividi, ma nell'aria c'era profumo di rivalsa, di riscatto.

Siamo a Corato, nel 1955 e Cataldo incontra per la prima volta Rosalba. I loro genitori si conoscevano, non era raro che i due si incontrassero. Le prime uscite, i primi incontri più o meno clandestini, qualche bacio rubato: Cataldo e Rosalba si piacciono sempre più. Cataldo e Rosalba si innamorano. Il 3 marzo del 1959 i due convolano a nozze e ben presto avranno il loro primogenito. I nostri due coratini in pochi anni metteranno su la classica famiglia degli anni 60: quattro figli, lui impegnato nei campi per sfamare la prole, lei casalinga per occuparsi di casa e bambini.

Nel 1965 l'occasione per dare una svolta alla loro vita: Cataldo, come altri circa 500 mila italiani, si sposta a lavorare in Germania nel settore dell'automotive, alla Volkswagen. Qui la paga è alta, il cambio Marco-Lira consente a Cataldo di mandare tanti soldi alla sua amata Rosalba, ma la vita non è semplice: I Gastarbeiter (lavoratori stranieri) della Volkswagen, alloggiavano in baracche spoglie, in campi costruiti durante l'occupazione nazista per i prigionieri russi e spesso con la stessa dotazione del tempo. L'impressione era quella di vivere in un Lager, come spesso veniva definito dai lavoratori, forse per la presenza di un alto muro che circondava gli alloggi e a causa del ricordo, ancora fresco, delle atrocità belliche. Rosalba a Corato non se la passava meglio, tra casa e figli, la sua vita era totalmente dedicata alla famiglia.

Qualsia coppia moderna, o quasi, si sarebbe sgretolata sotto il peso di queste difficoltà e responsabilità, ma, almeno a quei tempi, amor vincit omnia. Così per quasi quindici anni i due vivono separati, uniti da un legame che travalica le distanze.

Siamo alla fine degli anni 70 e Cataldo torna a Corato, dalla sua Rosalba, dai suoi figli ormai cresciuti. Lui torna a lavorare nei campi, come suo padre, lei, con i figli che crescono, ha meno peso sulle spalle.

Qualsiasi difficoltà la vita abbia presentato loro, la ricetta di Cataldo e Rosalba è stata sempre la medesima: "Insieme, più forti". Perché insieme è più facile superare lutti, malattie, segni del tempo. Sempre mano nella mano, con i volti sempre più segnati dall'inesorabile scorrere del tempo, con i cuori che battono sempre più all'unisono.

Oggi Cataldo e Rosalba festeggeranno il loro sessantanovesimo San Valentino insieme (di cui sessantaquattro da sposati). Sicuramente Cataldo, uomo poco avvezzo ai facili romanticismi, difficilmente avrà donato una rosa alla sua Rosa. Ma quale dimostrazione d'amore è più grande di essere stati, con tutti gli alti e bassi e le difficoltà del caso, per quasi tre quarti di secolo l'uno la metà dell'altra?

Auguri a Cataldo e Rosalba, auguri a tutti gli innamorati. Con la speranza che tra una sessantina di anni avremo ancora storie come queste da raccontare. Forse sarà impossibile, ma io voglio crederci. Perché, in fondo, amor vincit omnia.
  • Storia locale
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