Mozione di sfiducia
Mozione di sfiducia
Editoriale

Della poltrona e di altri demoni ovvero il gioco delle tre carte

Alcune considerazioni sulla mozione di sfiducia al sindaco e alla giunta

Archiviate le festività natalizie ci sembra opportuno ritornare sul tema politico più caldo di questo dicembre: la mozione di sfiducia sottoscritta da alcuni consiglieri di opposizione e che sarà discussa (e votata) in consiglio comunale entro il 23 gennaio.

Una data che potrebbe segnare la fine dell'amministrazione guidata dal sindaco Massimo Mazzilli o scoprire definitivamente le carte di un gioco che già da tempo è diventato di pessimo gusto e, soprattutto, deleterio per la città e la cittadinanza.

Abbiamo scritto che la mozione di sfiducia è stata sottoscritta soltanto da alcuni consiglieri di opposizione. Undici per l'esattezza: la storica opposizione di centrosinistra e la nuova opposizione del Movimento Schittulli. C'è invece chi continua a giocare al gioco delle tre carte nel misero tentativo di aumentare il suo peso specifico (soltanto in aula, sia chiaro) o il suo potere contrattuale. A chi giova, se non solo e soltanto a chi decide di tenere in bilico l'amministrazione della città pur contribuendo in maniera intangibile, sporadica ed irrilevante all'amministrazione della città?

Ci riferiamo in particolare all'atteggiamento incomprensibile (?) assunto da Forza Italia, passata veementemente all'opposizione da quando ha perso la poltrona in giunta e protagonista di comunicati stampa al vetriolo all'indirizzo del primo cittadino e della sua giunta, con reiterati inviti alle dimissioni. Al momento di mettere nero su bianco in maniera ufficiale, però, il clamoroso ritiro. Eppure sappiamo con certezza che i rappresentanti politici di Forza Italia non soltanto erano stati invitati alle riunioni di opposizione, ma avevano persino partecipato ad esse avallando la mozione.

Sciocco sarebbe chi pensa che tale "mossa" sia riconducibile al dialogo politico tra i partiti (di centrodestra) che sostengono l'amministrazione Mazzilli e Forza Italia a livelli superiori in vista delle prossime politiche. L'unico dato politico che possiamo registrare è che l'opposizione perentoria a Mazzilli e alla sua squadra di governo non sia più tanto perentoria: c'è un margine di dialogo che potrebbe concretizzarsi con la nuova giunta. Benedette poltrone!

Urticante è pensare che il destino dell'amministrazione della città per alcuni sia diventato un gioco di strategia sulle spalle dei cittadini. Forza Italia deve dire, e deve dirlo ora, quali sono le sue intenzioni. Non è più tempo di tergiversare. Il rischio autentico è che possa perdere ulteriormente credibilità dinanzi ai cittadini, ormai stufi di questo modo di interpretare la "politica delle tre carte".

Così come è inaccettabile che le posizioni del consigliere Franco Caputo debbano dipendere dagli atteggiamenti assunti da Forza Italia. Ben venga il dibattito politico, anche acceso; ben vengano le differenze di posizioni; avvengano pure gli scontri ma essi non possono e non devono tenere in bilico l'amministrazione di una città che conta quasi cinquantamila abitanti e che, come ama dire spesso il sindaco Mazzilli, rappresenta la tredicesima forza economica pugliese. Si chiariscano le idee, si decida da che parte stare. Il gradimento o meno dell'attività amministrativa non certamente dipende dalle posizioni dei singoli consiglieri, peraltro sedicenti di opposizione.

Un capitolo a parte merita il "voto di coscienza" di Di Tria che più onestamente bisognerebbe definire "voto di convenienza". Politica si intende. Perché l'azione politica di Di Tria sarà certamente ricordata per questo suo essere continuamente con un piede dentro e l'altro fuori. A seconda della sua coscienza, è chiaro. Paradossale è pensare che il consigliere Di Tria potrebbe essere ago della bilancia, lui che fa registrare il maggior numero di assenze (giustificate, ne diamo atto) e che ha scelto di non far parte di alcuna commissione consiliare partecipando di fatto alla fase amministrativa solo con il voto in consiglio. Anche lui, attraverso il suo riferimento politico, era presente alle riunioni nelle quali si è stilata la mozione e, sembrerebbe, fosse anche d'accordo sull'opportunità di presentarla. Anche lui alla fine si è defilato scegliendo di interpretare un ruolo da protagonista nel gioco delle tre carte. Anche in questo caso sarebbe opportuno capire da quale parte stia Di Tria. Lo invitiamo a scoprire le sue carte per essere fino in fondo leale con la cittadinanza e con i suoi (seppur pochi) elettori.

Quella che l'amministrazione comunale sta attraversando è una crisi amministrativa dai contorni grotteschi, scenario nel quale chi dovrebbe assumersi alcune responsabilità tergiversa, fa passi in avanti e indietro a proprio piacimento non curante che dalla propria "indecisione" dipende la stabilità dell'amministrazione di un comune di quasi cinquantamila abitanti. In politica bisogna avere idee chiare e coraggio delle proprie azioni quando si crede fortemente nella bontà del proprio operato. L'indecisione è soltanto il risultato di una azione politica non lucida, annebbiata e pertanto inutile se non dannosa.

D'altro canto anche il sindaco Mazzilli nulla ha fatto per smuovere la situazione di stallo, se si escludono incontri e consultazioni o, per usare un termine più duro ma efficace, trattative.

Ieri si è riunita, per l'ultima volta dell'anno, la giunta comunale. I suoi componenti potrebbero cambiare a breve, forse prima della convocazione del consiglio comunale in cui sarà discussa la mozione. Crediamo sia lecito chiedersi come mai ciò non sia accaduto prima. L'unico atto politico possibile per garantire la stabilità amministrativa sarebbe, infatti, l'azzeramento dell'esecutivo e la definizione di alcuni punti programmatici condivisi con (tutte) le opposizioni con la nomina di un esecutivo tecnico gradito anche alle opposizioni. Un esecutivo che sia di alto profilo e che non tenga conto della "rappresentanza" in giunta delle forze presenti in consiglio comunale. Per alcuni (e non parliamo di attuali assessori) potrebbe significare un doloroso distacco dalla poltrona ma… occorrerà farsene una ragione. Altrimenti si decida di andare a casa, scoprendo le tre carte e chiedendo scusa alla cittadinanza.

Resta inteso che siamo pronti ad ospitare qualsiasi commento, replica e riscontro da parte delle persone di cui si è parlato in queste forse troppe righe.
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