Federica Buonsante
Federica Buonsante
Politica

Lo sfogo di Buonsante sui social: «La mia vita è finita nel tritacarne»

L'assessora alle politiche giovanili è stata di recente oggetto di attacco politico

Negli ultimi giorni l'assessora alle politiche giovanili Federica Buonsante è stata oggetto di piccati attacchi politici provenienti dapprima da Nuova Umanità e successivamente da Lega, Cambiamo con Toti e Politica Partecipata. Tutti hanno chiesto le sue dimissioni a seguito della pubblicazione di un bando rivolto ai creativi.

Se l'opposizione, da più parti, si è scagliata contro la giovane assessora, quest'ultima ha ricevuto soltanto il sostegno, per altro non immediato, del sindaco Corrado De Benedittis che le ha ribadito la fiducia. Nessuna segreteria di partito (ad eccezione di qualche rara forma di attestazione di solidarietà a titolo personale), nessun consigliere comunale, nessun collega della giunta ha ritenuto di ufficializzare la propria vicinanza all'assessora che - ricordiamo - non è espressione di alcun partito e pertanto non ha riferimenti politici in consiglio ad eccezione del sindaco.

Oggi però ha rotto il silenzio e manifestato, attraverso un post Facebook, il suo disagio rispetto agli attacchi politici che hanno riguardato anche la sua attività professionale. Buonsante, infatti, è risultata vincitrice di un bando regionale destinato ai giovani pugliesi innovativi al quale ha partecipato pochi mesi dopo il suo insediamento a Palazzo di Città. Cosa che, a quanto pare, l'avrebbe esposta ad attacchi politici, benché comunque nelle dichiarazioni ufficiali dei partiti che hanno stigmatizzato l'operato dell'assessora, si facciano soltanto blandi riferimenti alla partecipazione al bando.

Nell'ambiente politico si è diffusa la notizia (che tuttavia non ha trovato riscontro) delle imminenti dimissioni della dottoressa Buonsante dalla giunta comunale. In uno scritto sottoposto all'attenzione dei colleghi Federica Buonsante avrebbe manifestato il proprio disagio, una parabola discendente di entusiasmo, nel far parte della giunta.

Della lettera non c'è traccia, del disagio sì ed anche molto grande. Federica Buonsante ha affidato a Facebook il suo sfogo senza destinatario ma evidentemente rivolto ai suoi detrattori. Chi siano non è dato saperlo; né è immaginabile che al primo attacco politico proveniente da forze di opposizione (due delle quali persino non rappresentate in consiglio comunale) la tenuta dell'assessorato potesse vacillare.

Nel suo scritto affidato ai social, Federica Buonsante difende - a buona ragione- il progetto che l'ha riportata a Corato e col quale ha ricevuto il finanziamento regionale. Fa riferimento alla legittimità della partecipazione al bando, al fatto che il progetto sia risultato vincitore non già per il ruolo da lei rivestito ma per la sua sostanza.

Bene fa l'assessora Buonsante a ribadire questi aspetti, certamente di pubblico interesse, ma molto meno interessanti di quanto riferito nella prima parte e nell'ultima parte del suo post, in cui fa riferimento alla sua attività politica di governo.

«A novembre 2020 la mia carriera professionale vede uno stravolgimento di priorità a causa dell' impegno con l'assessorato alle politiche giovanili, arrivato senza che avessi mai chiesto di farlo. Non avevo mai fatto politica di governo. Ma ho accolto con gioia l'opportunità di dare alla mia città d'origine. È partito con un entusiasmo enorme, nonostante abbia dovuto farmi carico di dinamiche e approcci spesso per me incomprensibili» scrive Federica Buonsante.

E continua: «Ho cercato di mantenere una certa integrità pur sentendomi un burattino alla mercé dei giochi di potere. La mia vita è diventata di interesse pubblico ed i miei livelli di entusiasmo sono scesi notevolmente. Lentamente mi accorgo di aver smesso di fare ciò che amo: creare e insegnare» manifestando una certa insofferenza nello svolgere l'attività di pubblico amministratore.

È il preludio di una uscita dalla scena pubblica? Sembrerebbe di sì quando la stessa assessora afferma di aver provato «dolore e sofferenza» per la sua «vita che finisce nel tritacarne»

Interessante un ulteriore passaggio dello scritto, in cui Buonsante afferma: «Quando ho accettato l'incarico di assessore, pensavo fosse una causa "nobile". L'unica causa nobile per cui sto lottando adesso però è il coraggio di andare avanti, di credere in me stessa e non nella capacità distruttiva di questo ruolo.Questa non è la mia battaglia, come alcuni hanno tenuto a precisare. Infatti la mancata identificazione a questo contesto mi ha causato un livello di stress psicologico senza precedenti, "entropia psichica" si chiama. Mi dispiace, ma non credo in questo stigma culturale anti-progressista della resistenza, utilizzato per mettere a tacere le pulsioni innate degli individui, ed i sogni di chi immagina una vita migliore».

Il senso del post è tuttavia racchiuso in una frase finale, molto eloquente: «Quindi a chi mi vuole morta: vi ringrazio perché oggi rinasco, nel mio ruolo civile, insieme alla ragione sociale del mio progetto».

Una frase che necessiterebbe di un chiarimento, anche alla luce dell'assenza della stessa Buonsante all'ultima riunione di giunta. Una giunta di cui fa ancora parte o dalla quale già ha deciso di congedarsi?
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