Il premier Giuseppe Conte
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Covid-19, stato d'emergenza prorogato al 15 ottobre

Conte: «Scelta obbligata ma non è un nuovo lockdown». Cosa comporta

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute, Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020.

Il testo proroga, dal 31 luglio al 15 ottobre 2020, le disposizioni di cui ai decreti legge nn. 19 e 33 del 2020 che consentono di adottare specifiche misure di contenimento dell'epidemia. Scadrà, quindi, il 15 ottobre 2020 lo stato d'emergenza dichiarato lo scorso 31 gennaio in conseguenza della dichiarazione di "emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale" da parte della Organizzazione mondiale della sanità.

«La proroga, se si epura la discussione da posizioni ideologiche, è una scelta inevitabile, per certi aspetti obbligata, fondata su valutazioni squisitamente tecniche», ha detto il premier in Parlamento. «Sui social c'è qualche cittadino convinto che prorogare lo stato d'emergenza significhi rinnovare il lockdown dal primo agosto. Non è affatto così», ha rassicurato Conte.

«Manteniamo un cauto livello di guardia, non intendiamo introdurre misure restrittive - ha proseguito Conte. Posso assicurare che da parte del Governo, mia personale, di tutti i ministri non vi è nessuna intenzione di drammatizzare, né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione. La scelta di prorogare lo stato di emergenza non è affatto riconducibile alla volontà di voler creare una ingiustificata situazione di allarme». Conte ribadisce di non voler adottare "nuove misure restrittive ma, se del caso, confermare quelle misure precauzionali minime che ci stanno consentendo di convivere con il virus».

La proroga dello stato d'emergenza permetterà al Governo di continuare mettere in campo alcune delle azioni che hanno caratterizzato i mesi più acuti della pandemia. Si potranno allestire strutture temporanee per assistere persone risultate positive al Covid-19, nonché noleggiare delle navi per permettere ai migranti di trascorrere il periodo di quarantena. Lo stato di emergenza permetterà fino al 15 ottobre di impiegare i volontari della protezione civile e di gestire apposite task force sanitarie a supporto delle strutture regionali e degli istituti penitenziari.

Continuerà a essere operativo il numero d'emergenza 1500 e saranno coperte le spese aggiuntive per i servizi di raccolta dei rifiuti e per l'assistenza domiciliare da parte dei comuni. Per evitare assembramenti sarà ancora possibile effettuare il pagamento delle pensioni in maniera dilazionata negli uffici postali. Sarà ancora operativo il "Cross", la Centrale remota di soccorso sanitario, che affronta e gestisce il caso di un nuovo positivo, trovando un posto all'interno delle strutture sanitarie.

Continueranno a essere svolte in modalità telematica alcune attività, come la conferenza Stato-regioni presieduta dal ministro Boccia (lunedì scorso a Bari). Andranno avanti forme di smart working per i lavoratori del settore pubblico, ma anche del privato. Il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, potrà acquisire tutto il necessario (dai banchi alle mascherine) per la ripresa delle scuole, senza passare dalle procedure degli appalti e delle gare pubbliche.

Nelle scuole, però, come ha chiesto la maggioranza al Senato, non dovranno essere collocati i seggi per le elezioni di settembre (regionali, comunali, referendum). Con la proroga, fino al 15 ottobre di fronte a una nuova ondata di contagi da Covid-19 sarà possibile istituire nuove "zone rosse", nonché bloccare i voli e trovare posti letto in alberghi per i malati. Da ultimo, il presidente del Consiglio potrà continuare a utilizzare lo strumento normativo del Dpcm per legiferare in situazioni di emergenza.
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