Tappa coratina di Miss Italia. <span>Foto Mario Sculco</span>
Tappa coratina di Miss Italia. Foto Mario Sculco
Politica

"Caso" Miss Italia, Italexit attacca l'amministrazione

«Certa politica non è nelle condizioni di fare lezioni di moralismo»

Antonio Procacci, coordinatore cittadino di Italexit, ha diffuso una nota in merito alla vicenda della mancata concessione del patrocinio, da parte del Comune di Corato, all'evento di selezione provinciale del concorso "Miss Italia".

«Desideriamo innanzitutto esprimere piena solidarietà a tutte le concorrenti, all'organizzatore del concorso (nella fattispecie, Antonio Garofano dell'Asd Wellness) e a tutti i lavoratori del settore dello spettacolo, indirettamente screditati dalla decisione della commissione cultura e per giunta già penalizzati nel loro lavoro negli ultimi due anni di emergenza sanitaria da misure assurde e assolutamente prive di fondamento scientifico (condivise tra l'altro in toto dall'attuale amministrazione comunale)» è quanto riportato nel comunicato.

«Premesso che le problematiche da risolvere sono altre, anche e soprattutto a Corato (da molti anni e ancor di più da due anni a questa parte), in virtù non tanto della scelta (comunque lecita) di non concedere il patrocinio del Comune alla kermesse cittadina di Miss Italia comunque svoltasi (e ci sarebbe mancato solo quello!), quanto piuttosto della presa di posizione e delle motivazioni tragicomiche addotte dal Sindaco De Benedittis e dal consigliere Tambone in merito alla scelta, preme anche a noi fare delle considerazioni e dei chiarimenti in merito» hanno aggiunto, riferendosi ad alcuni commenti rilasciati da componenti dell'amministrazione comunale.

«È necessario, infatti, che qualcuno ricordi al Sindaco De Benedittis e al consigliere Tambone di essere stati eletti nelle fila di Demos, grazie anche e soprattutto al sostegno in campagna elettorale di personaggi di spicco, a livello regionale e nazionale (su tutti, Emiliano e Zingaretti) del Partito Democratico, per antonomasia uno dei partiti che più di tutti sta lavorando (peraltro esplicitamente) da anni per sottrarre sovranità al popolo Italiano (in barba a quanto sancito dall'articolo1 della nostra Costituzione) in favore dei mercati europei e di un modello economico ordoliberista, che ponga appunto al centro dell'economia mondiale il libero mercato (ergo la merce), fregandosene del singolo cittadino e dei suoi bisogni e necessità minime di sostentamento» è la posizione di Italexit Corato.

«Pertanto, la retorica sull'economia capitalista (con tanto di accenno a Marx!) e i riferimenti alla Costituzione (messa sotto i piedi dai partiti in questione da anni, per non parlare di quanto accaduto negli ultimi 2 anni con la strumentalizzazione dell'emergenza sanitaria) ci risultano francamente di un'ipocrisia e una melensaggine insopportabili.

Entrando poi nel merito della questione, ci teniamo a prendere le distanze dalle posizioni assunte dall'amministrazione, dal momento che la donna ha combattuto per anni per emanciparsi e conquistare (anche) il diritto ad esibire il proprio corpo, senza per questo essere giudicata e dover subire giudizi o addirittura atti di violenza, che fino a non troppo tempo sarebbero stati quasi giustificati con frasi agghiaccianti, della serie "se l'è andata a cercare"» hanno rimarcato i referenti territoriali del partito guidato da Gianluigi Paragone.

«Ecco, questo atteggiamento da parte dell'amministrazione sa quasi di violenza implicita (evidentemente, figurata) nei confronti di ragazze, a quanto pare ree di aver preso parte a un concorso di bellezza e di spettacolo (tocca ricordarlo, su base volontaria), magari per mettersi in gioco dietro tanto lavoro e per inseguire un sogno (giusto o sbagliato che sia) al punto da meritarsi "uno scappellotto correttivo" da parte del genitore burbero, retrogrado e ancorato perennemente a una visione patriarcale, maschilista e gretta della società.

Perché, che piaccia o meno, il ruolo educativo spetta alla famiglia, alla scuola, a circoli, associazioni culturali... anche a partiti, ma non alla politica, ai governanti e agli amministratori, che invece devono avere il compito di garantire il benessere economico e sociale di una comunità, e non quello di sfruttare argomenti etici, morali e (presuntivamente) pedagocici come specchietti per le allodole per attirare una certa parte di elettorato, magari non pienamente informata su questioni attinenti agli ambiti economico, giuridico, sanitario, geopolitico...» è l'analisi di Italexit.

«Che piaccia o meno, dai tempi di Platone e dell'antica Grecia sono passati quasi 2500 anni; nel frattempo, la società è progredita e si è evoluta e oggi, per amministrare un comune o governare una nazione sono indispensabili non solo filosofi ed educatori, ma anche e soprattutto economisti, giuristi, scienziati, esperti nel campo dell'imprenditoria e del lavoro, studiosi di geopolitica... possibilmente onesti e privi di conflitti di interesse di alcun tipo.

E allora, se meno di un paio d'anni fa una certa parte politica prendeva di mira il senatore Perrone per aver pronunciato "frassi sessiste e maschiliste" da un palco in occasione di un comizio per la sua campagna elettorale, oggi tocca constatare che quella stessa parte politica forse non era proprio nella posizione di fare lezioni di moralismo, stante la presa di posizione e le dichiarazioni altrettanto retrograde e oscurantiste pronunciate recentemente in merito alla famosa kermesse nazionale. Dunque se i proverbi non sbagliano mai, questo è proprio il caso di dire che il detto "il bue che dice cornuto all'asino" mai come in questo caso è vero, e non saranno certo schwa, asterischi o storpiature della lingua italiana a cambiare più di tanto le carte in tavola» hanno concluso.
  • Italexit
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