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Territorio

Il Parco della Musica di Ruvo porta il nome di Antonio Summo

Alla memoria della più giovane vittima del disastro ferroviario l'intitolazione del parco

Atmosfera tesa, centinaia di persone in silenzio. Si è svolta così l'inaugurazione a Ruvo di Puglia del parco della musica, dedicato ad Antonio Summo, studente, trombettista e sognatore che un anno fa perdeva tragicamente la vita nel terribile incidente ferroviario della Bari-Nord.

A fianco al Sindaco, i suoi genitori, Gina e Nicola, e il fratellino. Un luogo di divertimento, di gioia, di svago che volutamente vuole ricordare una triste vicenda. Per non dimenticare, per far vivere il fanciullo che è andato via per sempre, tra le grida e le risate dei bambini, dei ragazzi che giocheranno in questo nuovo e ospitale parco alle porte della città. Una inaugurazione non programmata, quasi improvvisata. Il sindaco è dovuto salire su una panchina per farsi ascoltare. Ma a disturbalo soltanto i grilli in una serata afosa. Accompagnato solo dal silenzio, nonostante i bimbi scalpitanti per la novità da provare, tutti hanno rispettato il dolore disumano rivissuto in questo anniversario.

Facce tirate e tristi, cuori infranti e occhi lucidi. I compagni della orchestra giovanile dell'associazione Apulia musica si sono stretti intorno alla famiglia di Antonio.
Il sindaco stesso ha avuto difficoltà a fare un discorso su una tematica tanto dolorosa. Solitamente provetto oratore, con voce rotta e occhi stanchi, ha concluso questa pesante giornata con poche parole di sostegno alla famiglia.

«Le associazioni, i cittadini, hanno voluto dedicare questo parco ad Antonio. E' una richiesta che è arrivata dalla città. Non ho voluto tagliare il nastro, ma ho voluto aprire l'accesso con Nicola e Gina, perché idealmente voglio che sia un parco che unisce, non che taglia.
Dobbiamo rispettare questo parco, con una presenza, vogliamo celebrare l'assenza di Antonio con una presenza. La presenza della gioia e del gioco. E della musica. Antonio aveva questa passione, questa voglia, aveva dei sogni. Ed ora l'unica cosa che noi possiamo fare è avere rispetto di questo posto, accudirlo, e soprattutto cercare risposte, giustizia dalle istituzioni. Vogliamo celebrare la vita.»
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