Comitato ospedale unico. <span>Foto Luciana Cusanno</span>
Comitato ospedale unico. Foto Luciana Cusanno
Attualità

Comitato Ospedale Unico: «Ancora inapplicata la Carta di Ruvo»

200mila persone difese da strutture inadeguate

Torna a parlare il Comitato che vuole la realizzazione immediata dell'Ospedale Unico di Primo Livello e questa volta si rivolge al Governatore di Puglia, Michele Emiliano e a tutti i politici candidati impegnati nelle ormai imminenti politiche.
Dopo accordi siglati attraverso la Carta di Ruvo, che punta ad unificare i tre presidi ospedalieri esistenti di Terlizzi, Corato e Molfetta in un unico Ospedale di Primo Livello, con l'aggiunta della Rianimazione, gli obiettivi sembrano ancora lontani. Per questo il comitato ha deciso di rivolgersi al Governatore nuovamente, come è riportato sulla loro pagina Facebook.

Qui di seguito il testo completo del loro comunicato:

L'11 Ottobre 2016 un nutrito gruppo di cittadini, medici, operatori sanitari, guidati dal dr. Spaccavento, hanno incontrato il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e da questi ottenuto l'impegno, sottoscritto nella Carta di Ruvo, ad unificare i tre presidi ospedalieri esistenti di Terlizzi, Corato e Molfetta in un unico Ospedale di Primo Livello, con l'aggiunta della Rianimazione. Questo accordo, pubblicamente sottoscritto e firmato, ha incontrato sulla sua strada non solo le prevedibili lungaggini burocratiche, ma anche ben due campagne elettorali nell'arco dei 14 mesi trascorsi da quell'11 ottobre. Due campagne elettorali da cui ovviamente lo staff del Progetto Ospedale Unico si è tenuto e si tiene ovviamente fuori, perché la salute è valore per tutti e non può essere oggetto di schieramento.
L'unico schieramento che ci pare possibile, in questi casi, è appunto in favore della salute. Per tutti. Col miglior grado di intervento e assistenza possibili.
In conseguenza di tutto ciò e senza colpa di nessuno, 14 mesi dopo la Carta di Ruvo è ancora inapplicata e questo vuol dire che quasi 200 mila persone sono oggi difese sanitariamente da strutture totalmente inadeguate e per certi versi, in certi casi, pericolose per la salute pubblica.
Né si può pensare di chiuderle ex abrupto e trasferire l'utenza su Bari, le cui strutture sono in affanno per conto proprio - senza contare la intollerabile diminutio se non deprivazione del diritto alla Cura stabilito dalla Costituzione, a carico della numerosa popolazione residente.
L'unica soluzione valida, pertanto, per tutelare la salute pubblica ed eviti ulteriori inammissibili rischi, è mettere in pratica, subito e senza ulteriori indugi, la Carta di Ruvo e procedere alla scelta della sede dell'Ospedale Unico.
A tal fine esprimiamo con forza il nostro incitamento a superare i problemi e lanciamo un accorato a tutti i pubblici rappresentanti del territorio, a quelli in carica come ai candidati di ogni schieramento e al presidente Emiliano affinché col loro impegno rendano possibile l'adozione rapida di una scelta non più rimandabile, e che è stata rimandata anche troppo a lungo.

Chiediamo la nomina immediata della Commissione tecnica regionale per la scelta della sede definitiva dell'Ospedale Unico su parametri oggettivi e ci rendiamo disponibili a far parte della Commissione stessa per condividerne le responsabilità.
Richiamiamo con somma urgenza l'attenzione dei responsabili decisionali sulla assoluta precarietà della situazione sanitaria nel territorio in oggetto - un territorio grande otto volte quello di Bari, oro-geo-logisticamente complesso, dalla Murgia al mare, dal capoluogo alla Bat - con una popolazione che sfiora i duecentomila abitanti.

L'incidente ferroviario del 12 luglio 2016 ha drammaticamente messo a nudo le carenze del sistema sanitario territoriale - che però sono carenze che medici, operatori e pazienti vivono tutti i giorni. Tutte le notti.
Con rischi inaccettabili e non degni dell'assistenza sanitaria di un grande Paese, con una grande Costituzione e con potenzialità economiche più che sufficienti ad affrontare il più necessario e oculato degli investimenti sociali.
Lo stesso sviluppo del territorio trarrebbe grande vantaggio dalla realizzazione e concretizzazione degli impegni istituzionalmente presi, mentre ne sarebbe ulteriormente depresso in caso contrario, se dovesse prevalere la logica della brutale chiusura dei reparti, spesso di eccellenza e che vanno unificati e potenziati, non dismessi perché le conseguenze sarebbero drammatiche, e prima o poi nuovamente tragiche.

La visita del papa proprio a Molfetta, il prossimo 20 aprile, in questo territorio così sanitariamente sbrindellato, se è per certi versi motivo di orgoglio, nondimeno è anche motivo di preoccupazione, per le ragioni dette.
Ma è sulla condizione sanitaria di un intero grande territorio densamente abitato e sui rischi quotidiani che corre una popolazione di antica civiltà e negletto presente, che vogliamo richiamare l'attenzione.
Arriva prima o poi il momento in cui lo stellone e l'abnegazione dei medici non basta più. A quel momento dobbiamo farci trovare preparati.
Tutti i candidati al parlamento prendano un impegno esplicito in tal senso, per dimostrare di essere davvero al servizio del territorio e della salute dei suoi cittadini.
Rileviamo infatti una sostanziale assenza del tema dell'Ospedale Unico dalle discussioni, dal dibattito e dall'agenda politico-elettorale locale e non. Il presidente Emiliano, le istituzioni regionali, gli organi rappresentativi e chiunque ricopra ruoli istituzionali che possano sbloccare questa vitale vicenda, lascino da parte ogni logica legittimamente di parte, prendano di petto e risolvano la situazione che rimane drammatica e riguarda tutti. Ogni giorno.
Tutti insieme possiamo cambiare la Storia e il futuro sanitario di questo territorio. Noi siamo pronti.
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