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Vita di Città
La “Misericordia” a Corato: dalle origini al continuo operato dei volontari
Donare il proprio cuore ai poveri continua ad essere il fondamento di questa realtà
Corato - mercoledì 5 novembre 2025
Passeggiando per via Salvatore Di Giacomo non è difficile imbattersi in un grande cartello con scritto "Misericordia": si tratta di una delle più antiche confraternite, con alle spalle una storia che continua ad essere vanto della realtà.
La storia della "Misericordia" inizia a Firenze e affonda le sue radici in un periodo storico politicamente confuso. È il 1244 quando la prima Misericordia assume la solidità dell'istituzione, grazie alle prime azioni di assistenza degli infermi.
Due le versioni che vedono due differenti fondatori: Pietro da Verona e Piero di Luca Borsi. Secondo alcune fonti la fondazione si deve a Pietro da Verona e a diversi laici, dopo che lo stesso frate era passato in Firenze per diverse predicazioni.
Secondo la leggenda, l'iniziatore della Compagnia della Misericordia sarebbe un certo Piero di Luca Borsi, che lavorava a Firenze come facchino per conto della potente Arte della Lana. Un gruppo di questi facchini, fra cui Piero, aveva l'abitudine di rinfrancarsi presso la Buca degli Adimari, una mescita di vino nei pressi della cattedrale.
Le discussioni erano inevitabili e frequenti e i compagni di Piero si lasciavano andare alla bestemmia del nome di Dio. Piero che era uomo molto devoto rimproverava questo comportamento dei compagni senza però ottenere alcun risultato. Propose così il pagamento di una multa per ogni bestemmia così da comprare sei ceste da portare a spalla, dette "zane", con le quali andare a raccogliere i malati della città accompagnandoli agli ospizi dove sarebbero stati curati.
Una tradizione popolare che mette in luce il vero operato della confraternita ovvero donare il proprio cuore ai miseri, così come la denominazione stessa intende: misereor (ho pietà) e cor -cordis (cuore).
Tratto caratteristico della confraternita era la divisa che ancora oggi si mantiene ed è riconoscibile durante le processioni principali: una tunica completamente nera e una buffa per consentire l'anonimato. Una scelta nata sia per difendere la dignità del confratello, sia per non permettere alla persona soccorsa di sapere chi l'avesse aiutata. Ad oggi uno dei momenti più importanti per le confraternite è la vestizione in Chiesa, in cui il giuramento è rivolto alla carità.
Con il tempo, la Misericordia è stata ospitata dai diversi territori italiani, riunendo circa 700 confraternite. Solo in Puglia sono presenti 42 confraternite, di cui la più recente nata a Palagianello.
La storia della Misericordia di Corato è, invece, un po' più recente e coincide con il 750° anniversario della confraternita: risale al 1944 il lavoro di alcuni volontari che permisero l'ufficialità della Misericordia.Negli anni diverse sono state le sfide affrontate: l'acquisto della prima ambulanza, del telesoccorso o di una sede adeguata alle esigenze.
La prima ambulanza fu acquistata grazie ai soci che decisero di mettere da parte diecimila lire al giorno e dedicarsi a lavoretti che avrebbero permesso di racimolare qualche soldo in più.
Ancora più all'avanguardia è stato il telesoccorso che dotava gli anziani di un telecomando che in caso di necessità sarebbe stato salvifico grazie a una chiamata diretta in sede.
Più tortuosi invece gli spostamenti da una sede all'altra, passando dalla Villa Comunale, al Fornelli, a Piazza Gallo sino al 2004 con la stabilizzazione nella sede attuale.
Il lavoro è rimasto immutato negli anni e l'operato instancabile dei volontari ne è la conferma: l'aiuto portato durante lo sbarco degli albanesi o durante la strage dei treni sono solo alcuni degli esempi di solidarietà e instancabile impegno della confraternita.
A questo si aggiunge l'importanza attribuita alla donazione di sangue che ha portato alla nascita della "Fratres", costola della confraternita, con il presidente Franco Di Bisceglie.
Donare il sangue è un dovere collettivo e una responsabilità che salva vite. Si tratta di un gesto semplice e sicuro che realtà come la "Fratres" alimenta grazie all'impegno dei volontari.
Donare è prevenire ed è necessario per mantenere viva la comunità e restituire speranza.
La "Misericordia" continua nel suo lavoro di aiuto e supporto ai più deboli, mantenendo saldi i valori cristiani e dimostrandosi disponibile in ogni contesto, soprattutto grazie all'operato del presidente Luigi Berardi e della vicepresidente Rosanna Cannillo. Purtroppo manca sempre più il supporto della parte più giovane della popolazione che sempre più difficilmente si avvicina a questi contesti. Una confraternita che in passato era assiduamente frequentata da giovani che lavoravano in sinergia nel mondo sociale. Oggi, invece, è sempre più difficile trovare giovani che non si impegnino nei social, ma contribuiscano a migliorare il sociale.
La storia della "Misericordia" inizia a Firenze e affonda le sue radici in un periodo storico politicamente confuso. È il 1244 quando la prima Misericordia assume la solidità dell'istituzione, grazie alle prime azioni di assistenza degli infermi.
Due le versioni che vedono due differenti fondatori: Pietro da Verona e Piero di Luca Borsi. Secondo alcune fonti la fondazione si deve a Pietro da Verona e a diversi laici, dopo che lo stesso frate era passato in Firenze per diverse predicazioni.
Secondo la leggenda, l'iniziatore della Compagnia della Misericordia sarebbe un certo Piero di Luca Borsi, che lavorava a Firenze come facchino per conto della potente Arte della Lana. Un gruppo di questi facchini, fra cui Piero, aveva l'abitudine di rinfrancarsi presso la Buca degli Adimari, una mescita di vino nei pressi della cattedrale.
Le discussioni erano inevitabili e frequenti e i compagni di Piero si lasciavano andare alla bestemmia del nome di Dio. Piero che era uomo molto devoto rimproverava questo comportamento dei compagni senza però ottenere alcun risultato. Propose così il pagamento di una multa per ogni bestemmia così da comprare sei ceste da portare a spalla, dette "zane", con le quali andare a raccogliere i malati della città accompagnandoli agli ospizi dove sarebbero stati curati.
Una tradizione popolare che mette in luce il vero operato della confraternita ovvero donare il proprio cuore ai miseri, così come la denominazione stessa intende: misereor (ho pietà) e cor -cordis (cuore).
Tratto caratteristico della confraternita era la divisa che ancora oggi si mantiene ed è riconoscibile durante le processioni principali: una tunica completamente nera e una buffa per consentire l'anonimato. Una scelta nata sia per difendere la dignità del confratello, sia per non permettere alla persona soccorsa di sapere chi l'avesse aiutata. Ad oggi uno dei momenti più importanti per le confraternite è la vestizione in Chiesa, in cui il giuramento è rivolto alla carità.
Con il tempo, la Misericordia è stata ospitata dai diversi territori italiani, riunendo circa 700 confraternite. Solo in Puglia sono presenti 42 confraternite, di cui la più recente nata a Palagianello.
La storia della Misericordia di Corato è, invece, un po' più recente e coincide con il 750° anniversario della confraternita: risale al 1944 il lavoro di alcuni volontari che permisero l'ufficialità della Misericordia.Negli anni diverse sono state le sfide affrontate: l'acquisto della prima ambulanza, del telesoccorso o di una sede adeguata alle esigenze.
La prima ambulanza fu acquistata grazie ai soci che decisero di mettere da parte diecimila lire al giorno e dedicarsi a lavoretti che avrebbero permesso di racimolare qualche soldo in più.
Ancora più all'avanguardia è stato il telesoccorso che dotava gli anziani di un telecomando che in caso di necessità sarebbe stato salvifico grazie a una chiamata diretta in sede.
Più tortuosi invece gli spostamenti da una sede all'altra, passando dalla Villa Comunale, al Fornelli, a Piazza Gallo sino al 2004 con la stabilizzazione nella sede attuale.
Il lavoro è rimasto immutato negli anni e l'operato instancabile dei volontari ne è la conferma: l'aiuto portato durante lo sbarco degli albanesi o durante la strage dei treni sono solo alcuni degli esempi di solidarietà e instancabile impegno della confraternita.
A questo si aggiunge l'importanza attribuita alla donazione di sangue che ha portato alla nascita della "Fratres", costola della confraternita, con il presidente Franco Di Bisceglie.
Donare il sangue è un dovere collettivo e una responsabilità che salva vite. Si tratta di un gesto semplice e sicuro che realtà come la "Fratres" alimenta grazie all'impegno dei volontari.
Donare è prevenire ed è necessario per mantenere viva la comunità e restituire speranza.
La "Misericordia" continua nel suo lavoro di aiuto e supporto ai più deboli, mantenendo saldi i valori cristiani e dimostrandosi disponibile in ogni contesto, soprattutto grazie all'operato del presidente Luigi Berardi e della vicepresidente Rosanna Cannillo. Purtroppo manca sempre più il supporto della parte più giovane della popolazione che sempre più difficilmente si avvicina a questi contesti. Una confraternita che in passato era assiduamente frequentata da giovani che lavoravano in sinergia nel mondo sociale. Oggi, invece, è sempre più difficile trovare giovani che non si impegnino nei social, ma contribuiscano a migliorare il sociale.
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