Lino Guanciale a Teatro. <span>Foto Giulia Manzi</span>
Lino Guanciale a Teatro. Foto Giulia Manzi
Cultura

Lino Guanciale incanta il Teatro con il suo Ennio Flaiano

Chiusura in grande stile della stagione teatrale coratina 22/23

Cosa avviene quando l'estro di un grande scrittore prende vita attraverso lo studio attento e preciso di un grande attore? Avviene un capolavoro, avviene che il pubblico si ricordi cosa significa "andare a teatro per cercare la magia", citando Ennio Flaiano, le cui parole e il cui genio hanno fatto da protagonisti nell'ultima pièce della stagione del Teatro Comunale di Corato.


Ennio Flaiano è stato, ma sarebbe meglio dire "è", uno dei pilastri della letteratura e del cinema del secondo Novecento. Il suo nome spesso è stato associato a quello di Federico Fellini, per via del lungo sodalizio artistico che c'è stato tra i due, che ha dato luce ad alcuni dei gioielli del cinema del Novecento (per citarne alcuni, ritroviamo I Vitelloni, La Dolce Vita…).


Questo spettacolo nasce per lo spettatore e cerca di assecondare ogni sua esigenza per evitare che "si addormenti"; sebbene, a detta dello stesso Flaiano, lo spettatore migliore è proprio colui che si abbandona alle braccia di Morfeo e che, nel momento immediatamente precedente a ciò, è capace di captare qualsiasi stimolo, quindi anche tutto ciò che accade in scena. Non è un caso che il nome della messinscena sia proprio "Non svegliate lo spettatore": viene raccolta e messa a frutto la famosa provocazione del grande Ennio.


Il talento di Lino Guanciale offre l'habitat perfetto per questo personaggio che si trova sempre al limite di qualsiasi dicotomia.


Attraverso le lettere, gli aforismi, racconti e aneddoti viene delineandosi il ritratto di un perfetto genio che ha segnato la nostra storia letteraria. Si viaggia attraverso il mondo del teatro e del cinema, si toccano i tasti più dolenti della società esacerbata dal boom economico degli anni Sessanta (che sembra tristemente tratteggiare anche la nostra), si arriva anche a sfiorare il dolore più grande dell'autore che rappresenta anche la sua ragione di vita. "Quando dietro una frase simpatica riesci a vederci il dolore, allora la comprende di più", così si commentava, appunto, la scrittura dell'immenso autore.


Lo spettatore non viene mai abbandonato in questo percorso, ma è sempre preso per mano, sfruttando anche l'abbattimento della quarta parete, cosicché ci possa essere uno sguardo sempre rivolto a chi si trova dall'altra parte del palco.


Le parole di Ennio Flaiano sono anche contornate dal meraviglioso suono della fisarmonica affidata al maestro Davide Cavuti, il quale firma anche la regia della pièce.


Questo viaggio nella mente di Ennio ci porta a conoscere come anche "i grandi", in realtà, abbiano a che fare con le paturnie e i dolori che sono un po' quelli di tutti noi; sono proprio questi i momenti di riflessione che ce li avvicinano e ce li rendono più umani.


Questo percorso ci ha portati anche alla conclusione della stagione teatrale 22/23 del Teatro Comunale firmata dal Teatro Pubblico Pugliese, con l'augurio di ritrovarci nuovamente numerosi anche l'anno prossimo per scoprire sempre la magia del teatro.
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