
Politica
Fratelli d'Italia su immigrati: «Non solo diritti, ma anche doveri»
Gazebo informativo questa mattina in piazza Cesare Battisti
Corato - domenica 18 maggio 2025
Proseguono gli appuntamenti del circolo territoriale di Fratelli d'Italia. Questa mattina, domenica 18 maggio, dalle 10:00 alle 12:00, la sezione locale coratina sarà nuovamente in piazza Cesare Battisti con un gazebo per un tema caro al gruppo politico di centrodestra: «ribadire a chi decide di stare in Italia che ha sì una serie di diritti, ma questi comportano delle responsabilità, il rispetto delle regole e delle leggi, semplicemente dei doveri».
Negli ultimi anni diversi stranieri richiedenti asilo si sono resi protagonisti di episodi di violenza, vandalismo e vilipendio delle istituzioni, evidenziando una palese difficoltà a comprendere e accettare le regole della nostra società e a riconoscere l'autorità delle nostre istituzioni.
Le pagine di cronaca raccontano anche la tendenza di alcune comunità ad adottare modelli discriminatori nei confronti delle donne, oggetto di imposizioni, soprusi e violenze in nome di un'interpretazione radicale della religione o delle tradizioni del Paese d'origine. Ciò rappresenta un problema per l'ordine pubblico, la sicurezza e la tenuta sociale del nostro Paese.
«Serve comunicare in maniera più approfondita ed efficace a chi chiede protezione internazionale in Italia i doveri civici e giuridici nei confronti della comunità nazionale», si legge nella nota stampa del gruppo politico, «Fino ad ora ai richiedenti asilo in arrivo sulle nostre coste veniva consegnato un opuscolo informativo con una lunga lista dei diritti a cui possono accedere una volta giunti sul territorio nazionale. Ai doveri era dedicata una sola riga. Fratelli d'Italia ha ufficialmente chiesto di rivedere e ampliare la lista, inserendo i "doveri" e ponendo l'attenzione, in particolare, sul rispetto delle donne, della parità di genere e sulla perseguibilità dei fatti illeciti».
Quando una cultura nega sé stessa per fare spazio ad un'altra non c'è integrazione. ma assimilazione. Il rischio è che si sviluppino fenomeni di 'separatismo', con enclave sociali e culturali in cui vengono applicati valori e principi discordanti, se non opposti, a quelli propri della nostra cultura e del nostro ordinamento. «Vogliamo evitare che ciò, come è già accaduto in altri Paesi europei, accada anche in Italia».
Negli ultimi anni diversi stranieri richiedenti asilo si sono resi protagonisti di episodi di violenza, vandalismo e vilipendio delle istituzioni, evidenziando una palese difficoltà a comprendere e accettare le regole della nostra società e a riconoscere l'autorità delle nostre istituzioni.
Le pagine di cronaca raccontano anche la tendenza di alcune comunità ad adottare modelli discriminatori nei confronti delle donne, oggetto di imposizioni, soprusi e violenze in nome di un'interpretazione radicale della religione o delle tradizioni del Paese d'origine. Ciò rappresenta un problema per l'ordine pubblico, la sicurezza e la tenuta sociale del nostro Paese.
«Serve comunicare in maniera più approfondita ed efficace a chi chiede protezione internazionale in Italia i doveri civici e giuridici nei confronti della comunità nazionale», si legge nella nota stampa del gruppo politico, «Fino ad ora ai richiedenti asilo in arrivo sulle nostre coste veniva consegnato un opuscolo informativo con una lunga lista dei diritti a cui possono accedere una volta giunti sul territorio nazionale. Ai doveri era dedicata una sola riga. Fratelli d'Italia ha ufficialmente chiesto di rivedere e ampliare la lista, inserendo i "doveri" e ponendo l'attenzione, in particolare, sul rispetto delle donne, della parità di genere e sulla perseguibilità dei fatti illeciti».
Quando una cultura nega sé stessa per fare spazio ad un'altra non c'è integrazione. ma assimilazione. Il rischio è che si sviluppino fenomeni di 'separatismo', con enclave sociali e culturali in cui vengono applicati valori e principi discordanti, se non opposti, a quelli propri della nostra cultura e del nostro ordinamento. «Vogliamo evitare che ciò, come è già accaduto in altri Paesi europei, accada anche in Italia».