
Cultura
"La visione dell'invisibile", l'arte di Gregorio Sgarra in mostra
Il San Michele Arcangelo dell'artista coratino esposto a Gravina in Puglia
Corato - mercoledì 30 settembre 2020
Comunicato Stampa
La chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta del Purgatorio, di Gravina in Puglia,costruita tra il 1649 e il 1654 fu costruita come cappella della famiglia Orsini, fa da cornice alla mostra dei nuovi dipinti dell'artista coratino di arte sacra Gregorio Sgarra.
L'esposizione "La visione dell'invisibile" è visitabile dal 26 settembre al 4 ottobre, con ingresso a partire dalle ore 19.00.
Il centro della mostra è caratterizzato da una grande pala dipinta a tempera grassa, raffigurante San Michele Arcangelo, rappresentato in forma di guerriero, infatti porta una spada nell'atto di sconfiggere il male nell'ancestrale lotta tra la Luce e le tenebre.
La spada che impugna rappresenta la potenza di cambiamento e di liberazione, ma anche la capacità di discernere e di distinguere tra ciò che è buono, giusto e santo.
Un omaggio alla città che, avendo come patrono questo glorioso santo, vuol essere un invito a lasciarsi immergere nella bellezza di un dipinto che ha impresso nella tavola il grido "Quid ut Deus".
L'esperienza del sacro è da sempre presente nell'essere umano che prende coscienza del mistero insondabile e della sua parte invisibile.
L'icona è la visione delle cose che non si vedono. Ancor di più, essa suscita ed attesta la presenza del trascendente, è il luogo teofanico.
L'icona si offre alla visione della fede, prigioniera dell'invisibile, al tempo stesso in cui educa lo sguardo dell'anima: "Lo stato di grazia illumina per far vedere la luce. L'icona la rivela a tutti; 'preghiera', essa purifica e trasfigura a sua immagine colui che la contempla; mistero, insegna che lì vi è il silenzio abitato, la gioia del cielo sulla terra, lo splendore dell'al di là" .
L'esposizione "La visione dell'invisibile" è visitabile dal 26 settembre al 4 ottobre, con ingresso a partire dalle ore 19.00.
Il centro della mostra è caratterizzato da una grande pala dipinta a tempera grassa, raffigurante San Michele Arcangelo, rappresentato in forma di guerriero, infatti porta una spada nell'atto di sconfiggere il male nell'ancestrale lotta tra la Luce e le tenebre.
La spada che impugna rappresenta la potenza di cambiamento e di liberazione, ma anche la capacità di discernere e di distinguere tra ciò che è buono, giusto e santo.
Un omaggio alla città che, avendo come patrono questo glorioso santo, vuol essere un invito a lasciarsi immergere nella bellezza di un dipinto che ha impresso nella tavola il grido "Quid ut Deus".
L'esperienza del sacro è da sempre presente nell'essere umano che prende coscienza del mistero insondabile e della sua parte invisibile.
L'icona è la visione delle cose che non si vedono. Ancor di più, essa suscita ed attesta la presenza del trascendente, è il luogo teofanico.
L'icona si offre alla visione della fede, prigioniera dell'invisibile, al tempo stesso in cui educa lo sguardo dell'anima: "Lo stato di grazia illumina per far vedere la luce. L'icona la rivela a tutti; 'preghiera', essa purifica e trasfigura a sua immagine colui che la contempla; mistero, insegna che lì vi è il silenzio abitato, la gioia del cielo sulla terra, lo splendore dell'al di là" .