
Attualità
Soggetti fragili, l'assessore Addario: «A Corato tante persone hanno bisogno di aiuto»
Annunciata l'inaugurazione del nuovo Centro Servizi di Contrasto alle Povertà e del servizio di Segretariato Sociale
Corato - venerdì 11 luglio 2025
10.44
A corredo delle precisazioni dell'amministrazione comunale sulla delicatezza del caso di Paolo, il cinquantenne coratino che da diciassette anni vive in una situazione di completo degrado, manifestando evidenti problematiche a livello psico-fisico, è intervenuto ulteriormente Felice Addario, assessore al Welfare, che invita la cittadinanza a placare gli animi e ad assumere un atteggiamento maggiormente riflessivo e ponderato.
A fronte, infatti, di fragilità manifeste, occorre procedere sì con risolutezza, ma pur sempre con cautela. Addario, peraltro, sottolinea che nella nostra città sono molteplici le persone che stanno affrontando difficoltà immani: a titolo esemplificativo cita tre storie di altrettanto disagio per rendere edotti i cittadini che il tessuto sociale è variegato, tanto da richiedere la collaborazione di ciascuno per tendere una mano al prossimo.
Accanto al già operante Pronto Intervento Sociale (PIS), saranno a breve implementate altre azioni: saranno inaugurati, infatti, il nuovo Centro Servizi di Contrasto alle Povertà e il servizio di Segretariato Sociale.
Di seguito la nota completa dell'assessore Felice Addario, pubblicata sul suo profilo social.
«E se Paolo non fosse il solo?
Come molti sanno, ieri è andato in onda su Quinto Potere il caso "Paolo". Tralascio ogni commento sul servizio, lasciando alla famiglia ogni valutazione di eventuali azioni da intraprendere, soprattutto in tema di tutela della privacy.
La situazione igienico-sanitaria di Paolo è evidentemente grave, e di questo ci stiamo occupando con lui, la famiglia ed i servizi socio-sanitari coinvolti. Chi grida giustamente allo scandalo, sottovaluta però il fatto che sono tanti i cittadini dei nostri quartieri a vivere in condizioni che difficilmente possiamo comprendere e condividere, ma che abbiamo comunque il dovere di rispettare (chiaramente c'è un limite a tutto).
Oggi tutti tifosi di TSO e di interventi coatti, anche se i medici non ne autorizzerebbero l'uso, perché non ci sono situazioni di scompenso. Ieri, invece, tutti contro il "sistema Bibbiano" perché servizi sociali e sanitari non hanno il diritto di imporre nulla senza che ci sia la volontà delle persone.
Come al solito, vien facile pretendere soluzioni semplici e immediate anche quando i problemi sono complessi. Chi ha avuto modo di stare dietro certe storie difficili, sa invece quanta fatica ed equilibrismo c'è dietro il tentativo di aiutare qualcuno che talvolta quell'aiuto non lo gradisce. Spesso, non esistono neanche "soluzioni", ma solo azioni per gestire e limitare i problemi nel tempo.
In ogni caso, sono contento che il caso di Paolo sia venuto alla luce dell'opinione pubblica. Vorrei però che la città sapesse che di persone come "Paolo" ce ne sono tante intorno a noi: nei locali a piano terra dei palazzi, nei nostri condomini. A Corato, così come in tutta Italia.
Voglio citare solo tre storie emerse negli ultimi giorni di cui insieme all'ufficio mi sto interessando personalmente.
C'è G., 50 anni, tossicodipendente di lunga durata che ha però sempre lavorato, le cui condizioni di salute sono precipitate in modo inspiegabile nell'arco di pochi giorni con episodi poco onorevoli in strada (anche qui grande scandalo). Oggi ricoverato all'ospedale di Altamura, è in procinto di essere inserito in una struttura socio-sanitaria in emergenza poiché in casa non c'è nessuno che potrebbe occuparsi di lui.
Parlo di V., 60 anni, donna sempre attiva e in forma, che ha visto peggiorare le condizioni di salute dopo la morte del marito qualche mese fa. La figlia ricoverata in una struttura psichiatrica, il figlio incapace di gestire la situazione. Numerosi interventi dei vigili del fuoco nell'ultima settimana, Pronto Intervento Sociale, ricovero in pronto soccorso. Uno sfratto in corso, un trasloco in una casa senza corrente elettrica. Anche qui, la soluzione è arrivata con l'inserimento in emergenza in una struttura sanitaria.
C'è P., 65 anni, che vive in un locale a piano terra in condizioni igienico-sanitarie critiche a causa di un problema legato al bisogno di accumulare oggetti comuni. Con problemi di povertà economica e di disagio psichico. Non ha mai fatto male a nessuno, chiede giusto un aiuto per tirare avanti ma non è interessato ad ottenere nuove soluzioni alloggiative, né vede problemi nel proprio locale.
La storia di Paolo, pur nella sua urgenza e gravità, non è un caso isolato. Ci sono tantissime situazioni di fragilità profonda che i Servizi affrontano ogni giorno, con discrezione e responsabilità. E non possiamo pensare che ogni volta la soluzione sia rinchiudere qualcuno da qualche parte (anche perché quel qualcuno, prima o poi, potremmo essere noi).
Quando sentiamo parlare di povertà e solitudini che crescono, di frantumazione dei legami familiari, dell'aumento dei disagi psichici e delle tossicodipendenze, non stiamo parlando di teorie astratte. Stiamo parlando di noi, delle nostre famiglie, delle nostre città.
È per questo che lo Stato sta finanziando l'assunzione di nuovi assistenti sociali nei Comuni. È per questo che abbiamo attivato il servizio di Pronto Intervento Sociale (PIS). È per questo che a breve inaugureremo il nuovo Centro Servizi di Contrasto alle Povertà e il servizio di Segretariato Sociale.
Di fronte all'aumento delle fragilità, occorre che ciascuno di noi si senta parte attiva di una rete sociale di protezione. Se siete a conoscenza di situazioni critiche, contattate il PIS al numero verde 800.755.500 (24/24h, 365 giorni l'anno). Prima si segnalano i problemi, meglio si riesce ad agire.
Certo, i Servizi pubblici non sempre riescono a fare il loro lavoro in modo eccellente. Anche perché, a differenza del privato, difronte ad un eccesso di richieste non possono mai rifiutarsi di accettare perché "in sovraccarico". La legge impone loro di prendere in carico tutti coloro che ne hanno diritto.
Quando poi gli interventi e le prese in carico sono efficaci, spesso i "grazie" sono pochi e gli applausi men che meno. Per questioni di privacy, non si divulga nulla. Com'è giusto che sia. Quando le cose invece vanno male, si grida allo scandalo e all'assenza dei servizi, con la gara a delegittimarli.
I servizi pubblici hanno tanti limiti ma, insieme al volontariato, sono l'unico bene comune che abbiamo per gestire le situazioni sociali ed economiche critiche. Rafforziamoli per stare meglio tutti».
A fronte, infatti, di fragilità manifeste, occorre procedere sì con risolutezza, ma pur sempre con cautela. Addario, peraltro, sottolinea che nella nostra città sono molteplici le persone che stanno affrontando difficoltà immani: a titolo esemplificativo cita tre storie di altrettanto disagio per rendere edotti i cittadini che il tessuto sociale è variegato, tanto da richiedere la collaborazione di ciascuno per tendere una mano al prossimo.
Accanto al già operante Pronto Intervento Sociale (PIS), saranno a breve implementate altre azioni: saranno inaugurati, infatti, il nuovo Centro Servizi di Contrasto alle Povertà e il servizio di Segretariato Sociale.
Di seguito la nota completa dell'assessore Felice Addario, pubblicata sul suo profilo social.
«E se Paolo non fosse il solo?
Come molti sanno, ieri è andato in onda su Quinto Potere il caso "Paolo". Tralascio ogni commento sul servizio, lasciando alla famiglia ogni valutazione di eventuali azioni da intraprendere, soprattutto in tema di tutela della privacy.
La situazione igienico-sanitaria di Paolo è evidentemente grave, e di questo ci stiamo occupando con lui, la famiglia ed i servizi socio-sanitari coinvolti. Chi grida giustamente allo scandalo, sottovaluta però il fatto che sono tanti i cittadini dei nostri quartieri a vivere in condizioni che difficilmente possiamo comprendere e condividere, ma che abbiamo comunque il dovere di rispettare (chiaramente c'è un limite a tutto).
Oggi tutti tifosi di TSO e di interventi coatti, anche se i medici non ne autorizzerebbero l'uso, perché non ci sono situazioni di scompenso. Ieri, invece, tutti contro il "sistema Bibbiano" perché servizi sociali e sanitari non hanno il diritto di imporre nulla senza che ci sia la volontà delle persone.
Come al solito, vien facile pretendere soluzioni semplici e immediate anche quando i problemi sono complessi. Chi ha avuto modo di stare dietro certe storie difficili, sa invece quanta fatica ed equilibrismo c'è dietro il tentativo di aiutare qualcuno che talvolta quell'aiuto non lo gradisce. Spesso, non esistono neanche "soluzioni", ma solo azioni per gestire e limitare i problemi nel tempo.
In ogni caso, sono contento che il caso di Paolo sia venuto alla luce dell'opinione pubblica. Vorrei però che la città sapesse che di persone come "Paolo" ce ne sono tante intorno a noi: nei locali a piano terra dei palazzi, nei nostri condomini. A Corato, così come in tutta Italia.
Voglio citare solo tre storie emerse negli ultimi giorni di cui insieme all'ufficio mi sto interessando personalmente.
C'è G., 50 anni, tossicodipendente di lunga durata che ha però sempre lavorato, le cui condizioni di salute sono precipitate in modo inspiegabile nell'arco di pochi giorni con episodi poco onorevoli in strada (anche qui grande scandalo). Oggi ricoverato all'ospedale di Altamura, è in procinto di essere inserito in una struttura socio-sanitaria in emergenza poiché in casa non c'è nessuno che potrebbe occuparsi di lui.
Parlo di V., 60 anni, donna sempre attiva e in forma, che ha visto peggiorare le condizioni di salute dopo la morte del marito qualche mese fa. La figlia ricoverata in una struttura psichiatrica, il figlio incapace di gestire la situazione. Numerosi interventi dei vigili del fuoco nell'ultima settimana, Pronto Intervento Sociale, ricovero in pronto soccorso. Uno sfratto in corso, un trasloco in una casa senza corrente elettrica. Anche qui, la soluzione è arrivata con l'inserimento in emergenza in una struttura sanitaria.
C'è P., 65 anni, che vive in un locale a piano terra in condizioni igienico-sanitarie critiche a causa di un problema legato al bisogno di accumulare oggetti comuni. Con problemi di povertà economica e di disagio psichico. Non ha mai fatto male a nessuno, chiede giusto un aiuto per tirare avanti ma non è interessato ad ottenere nuove soluzioni alloggiative, né vede problemi nel proprio locale.
La storia di Paolo, pur nella sua urgenza e gravità, non è un caso isolato. Ci sono tantissime situazioni di fragilità profonda che i Servizi affrontano ogni giorno, con discrezione e responsabilità. E non possiamo pensare che ogni volta la soluzione sia rinchiudere qualcuno da qualche parte (anche perché quel qualcuno, prima o poi, potremmo essere noi).
Quando sentiamo parlare di povertà e solitudini che crescono, di frantumazione dei legami familiari, dell'aumento dei disagi psichici e delle tossicodipendenze, non stiamo parlando di teorie astratte. Stiamo parlando di noi, delle nostre famiglie, delle nostre città.
È per questo che lo Stato sta finanziando l'assunzione di nuovi assistenti sociali nei Comuni. È per questo che abbiamo attivato il servizio di Pronto Intervento Sociale (PIS). È per questo che a breve inaugureremo il nuovo Centro Servizi di Contrasto alle Povertà e il servizio di Segretariato Sociale.
Di fronte all'aumento delle fragilità, occorre che ciascuno di noi si senta parte attiva di una rete sociale di protezione. Se siete a conoscenza di situazioni critiche, contattate il PIS al numero verde 800.755.500 (24/24h, 365 giorni l'anno). Prima si segnalano i problemi, meglio si riesce ad agire.
Certo, i Servizi pubblici non sempre riescono a fare il loro lavoro in modo eccellente. Anche perché, a differenza del privato, difronte ad un eccesso di richieste non possono mai rifiutarsi di accettare perché "in sovraccarico". La legge impone loro di prendere in carico tutti coloro che ne hanno diritto.
Quando poi gli interventi e le prese in carico sono efficaci, spesso i "grazie" sono pochi e gli applausi men che meno. Per questioni di privacy, non si divulga nulla. Com'è giusto che sia. Quando le cose invece vanno male, si grida allo scandalo e all'assenza dei servizi, con la gara a delegittimarli.
I servizi pubblici hanno tanti limiti ma, insieme al volontariato, sono l'unico bene comune che abbiamo per gestire le situazioni sociali ed economiche critiche. Rafforziamoli per stare meglio tutti».


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