
Cultura
Fake news e solitudine: l'allarme del preside Savino Gallo al festival di Bembè a Ruvo di Puglia
Il dirigente scolastico del liceo artistico di Corato: «La tecnologia ha creato una folla solitaria, terreno fertile per la disinformazione»
Corato - domenica 11 maggio 2025
12.00
«Siamo di fronte a un fenomeno inedito nella storia: le fake news, amplificate dai social media, condizionano le nostre vite con una rapidità e un coinvolgimento senza precedenti» ha dichiarato il prof. Savino Gallo, preside del liceo artistico di Corato, durante un recente intervento al festival organizzato da Bembè, scuola delle Arti Musicali e Performative.
Partendo dalle riflessioni di Marshall McLuhan, Gallo ha sottolineato come le tecnologie della comunicazione plasmino la società, influenzando la cultura e la mentalità degli individui. «Se la stampa ha dato origine all'individualismo e alla democrazia liberale, i social media ci hanno catapultato in un 'villaggio globale' paradossale, dove siamo soli, ma parte di una massa anonima, dominata dall'istinto del gregge», ha affermato.
Il preside ha espresso particolare preoccupazione per la facilità con cui le fake news attecchiscono in questo contesto: «La storia ci insegna che la disinformazione è sempre esistita, ma oggi la sua diffusione è esponenziale. I social media, con i loro algoritmi e la profilazione avanzata degli utenti, creano 'bolle' informative che alimentano la superficialità e il basso livello di attenzione, rendendoci più vulnerabili alla manipolazione».
Gallo ha, inoltre, evidenziato come le identità virtuali costruite sui social media abbiano un impatto concreto sul mondo reale, trasformando le fake news in "fatti sociali" con conseguenze dirette sulla società. Un quadro allarmante, reso ancora più inquietante dalla dipendenza che questi strumenti creano: «I social media sono progettati per far leva sulle nostre vulnerabilità psicologiche, generando una vera e propria sindrome da 'FOMO' (paura di essere tagliati fuori)».
Di fronte a questa sfida, Gallo ha lanciato un appello all'azione: «Dobbiamo educare i giovani allo spirito critico, alla capacità di distinguere il vero dal falso e a limitare la loro dipendenza dai social media. Soprattutto, però, dobbiamo ricostruire il senso di comunità, creare spazi reali dove le persone possano incontrarsi e confrontarsi, perché solo così potremo difenderci dalla manipolazione e riscoprire la nostra dimensione umana».
L'intervento del preside Gallo ha suscitato un'ampia riflessione tra il pubblico presente al festival, confermando l'urgenza di un dibattito aperto e consapevole sulle implicazioni della rivoluzione digitale.
Partendo dalle riflessioni di Marshall McLuhan, Gallo ha sottolineato come le tecnologie della comunicazione plasmino la società, influenzando la cultura e la mentalità degli individui. «Se la stampa ha dato origine all'individualismo e alla democrazia liberale, i social media ci hanno catapultato in un 'villaggio globale' paradossale, dove siamo soli, ma parte di una massa anonima, dominata dall'istinto del gregge», ha affermato.
Il preside ha espresso particolare preoccupazione per la facilità con cui le fake news attecchiscono in questo contesto: «La storia ci insegna che la disinformazione è sempre esistita, ma oggi la sua diffusione è esponenziale. I social media, con i loro algoritmi e la profilazione avanzata degli utenti, creano 'bolle' informative che alimentano la superficialità e il basso livello di attenzione, rendendoci più vulnerabili alla manipolazione».
Gallo ha, inoltre, evidenziato come le identità virtuali costruite sui social media abbiano un impatto concreto sul mondo reale, trasformando le fake news in "fatti sociali" con conseguenze dirette sulla società. Un quadro allarmante, reso ancora più inquietante dalla dipendenza che questi strumenti creano: «I social media sono progettati per far leva sulle nostre vulnerabilità psicologiche, generando una vera e propria sindrome da 'FOMO' (paura di essere tagliati fuori)».
Di fronte a questa sfida, Gallo ha lanciato un appello all'azione: «Dobbiamo educare i giovani allo spirito critico, alla capacità di distinguere il vero dal falso e a limitare la loro dipendenza dai social media. Soprattutto, però, dobbiamo ricostruire il senso di comunità, creare spazi reali dove le persone possano incontrarsi e confrontarsi, perché solo così potremo difenderci dalla manipolazione e riscoprire la nostra dimensione umana».
L'intervento del preside Gallo ha suscitato un'ampia riflessione tra il pubblico presente al festival, confermando l'urgenza di un dibattito aperto e consapevole sulle implicazioni della rivoluzione digitale.