Dominique Jean Paul Stanisci Una Scelta Necessaria. <span>Foto Stefano Procacci</span>
Dominique Jean Paul Stanisci Una Scelta Necessaria. Foto Stefano Procacci
Cultura

"Una Scelta Necessaria": viaggio nei luoghi della memoria con Dominique Jean Paul Stanisci

Le sue foto in luoghi di morte ci riportano ad una dimensione umana e terrena, le sue esperienze narrate ci aiutano a comprendere l'orrore della mente umana

Quale rapporto abbiamo con la morte? Nell'antichità la morte era vista come un ponte, una fase della vita in tutto e per tutto, ed era un concetto permeato nella cultura, senza tabù. Con il passare degli anni, l'uomo ha creato sempre più un'immagine di sé eterna, allontanando di fatto l'idea della morte e di conseguenza la sua accettazione.


Proprio i luoghi in cui la morte è parecchio presente, come ad esempio i cimiteri, ci raccontano al meglio svariati aspetti della nostra cultura. Così Dominique Jean Paul Stanisci, autore e regista italo lussemburghese, partendo dai luoghi della memoria più vicini, estendendosi toccando vari punti del mondo, ha esplorato il concetto di morte, in una sorta di climax, dai luoghi di eterno riposo, a quelli in cui la morte è sopraggiunta per mano di altri uomini, violenta ed ingiustificata. Tale viaggio, durato svariati anni, è stato messo in calce con un documentario, vincitore di svariati premi internazionali, e di un libro. Documentario e libro portano lo stesso titolo, "Una Scelta Necessaria" e quest'ultimo è stato presentato a Corato nello spazio di Open.

L'incontro, moderato da Mariella Sivo, ha, per mezzo di foto ed estratti di video dal documentario, catapultato gli spettatori in un viaggio fatto di orrori, ma anche di rinascita. L'autore però mette subito in chiaro: «Questo è stato il mio viaggio, a cui ho dato un mio significato, una mia cifra. Avevo bisogno per motivi personali di scavare a fondo nel mio "io" e questo viaggio mi ha aiutato a capire tante cose».

Il libro nelle sue pagine, arricchite dalla maestria dello Stanisci nel cogliere scatti forti e significativi, si muove nei meandri della dignità umana. Più che un vademecum è un diario di bordo personale reso pubblico, con pensieri ampiamente personali. Nonostante questo però, il lettore quasi immediatamente si lascia trasportare da passeggero in questo viaggio tra tappe non proprio convenzionali per un turista: Auschwitz, Alcatraz, Tutsi Genocide, Killing Fields, Hiroshima, Ground Zero, Chernobyl, tappe che testimoniano tutte a modo loro quanto inumano possa essere l'essere umano.

L'approccio di Stanisci però non è morboso, non cerca il dolore per fare audience (o vendere più libri), come molte trasmissioni di fascia pomeridiana fanno su episodi di cronaca nostrana più o meno gravi, piuttosto è rispettoso, catartico e con fini divulgativi, prima per se stesso, poi per il pubblico.

« Questo è un libro antinegazionista - afferma l'autore con malcelato orgoglio - in un mondo che tende a negare. L'essere umano purtroppo è afflitto dal "Morbo della dimenticanza", e tende a ripetere la storia in maniera ciclica. Non è esatto dire che "historia magistra vitae": se così fosse, in questo momento non ci sarebbero quarantadue guerre nel mondo. La storia in sé non insegna, l'unica speranza è quella di educare alla pace e tale percorso educativo deve partire sin da tenera età, per radicare questo valore nella nostra cultura».

Un foto libro forte, un viaggio su carta che è un pugno nello stomaco, ma che racchiude in sé un seme di speranza. Un viaggio "necessario", come suggerisce il titolo, che non punta a vendere milioni di copie ma a smuovere l'animo di chi legge e guarda.
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