In scena Peter Pan
In scena Peter Pan
Cultura

Il Teatrificio22 vola in alto con Peter Pan

In scena nell’auditorium del Liceo Artistico l'adattamento curato da Claudia Lerro

È stata un successo di pubblico, facendo il pieno di applausi, la prima teatrale di 'Peter Pan, il bambino che sfidò il tempo, adattamento dell'omonima opera di J. M. Barrie curato della regista Claudia Lerro, coadiuvata dall'aiuto-regia Francesca Elicio, portata in scena in due serate (27 e 28 novembre) all'interno dell'Auditorium del Liceo Artistico 'Federico II' di Corato dalla compagnia teatrale 'Teatrificio 22'.

Lo spettacolo, andato sold-out, ha rispettato le aspettative, restituendo una dignità nuova all'opera di Barrie, eliminando del tutto dallo scenario collettivo dei presenti l'immagine barocca dell'Isola che Non C'è della Walt Disney.

Claudia Lerro ha saputo gestire in maniera magistrale un cast folto, composto in larga parte da piccoli attori in erba, che raccolgono la sfida della propria regista e maestra di teatro e si dimostrano subito in grande confidenza con il palco.

Un progetto che nasce da lontano, nel periodo precedente la pandemia da Cov-Sars19, con l'intenzione – spiega la stessa Lerro – di unire in un unico spettacolo entrambe le classi di teatro da lei coordinate, la categoria dei giovanissimi con quella dei più esperti giovani adulti. Nessuna pièce teatrale, se non proprio quella andata in scena ieri sera, avrebbe potuto essere più calzante per risolvere tale intento.

L'intenzione registica di ritornare alle origini del testo di Barrie è sin da subito evidente, sia dall'architettura scenografica, ma anche nella cura fedele dell'adattamento.

Sotto il primo profilo, la presenza quasi nulla di oggetti scenici, di cui solo uno fisso - un tavolo coperto da un telo nero – che funge al contempo da Scoglio delle Sirene, da elemento familiare di Casa Darling, ma anche da nave di Capitan Uncino e praticamente segna la scenografia di tutti i luoghi fisici identificabili, non disorienta lo spettatore, bensì lo spiazza e attrae a sé, verso un'utopia fantasiosa che restituisce l'intenzione prettamente immaginifica dell'autore, il quale vuole indicare come anche solo un oggetto di uso comune e presente nella vita di tutti i giorni nelle case delle famiglie inglesi dell'epoca, possa diventare, agli occhi dei bambini, la più complessa e preziosa nave da guerra corsara che abbia mai solcato liberamente i Sette Mari.

Un plauso anche per l'attenzione prestata dalla regia ai dettagli, curati affinché, tra spazio onirico dell'Isola che Non C'è e la casa 'in questo mondo' dei tre piccoli Wendy Gianni e Michele, si crei un continuum che rafforzi l'idea di commistione tra sogno e realtà. Difatti, il famoso uncino dell'omonimo Capitano – interpretato con ottima presenza scenica da Marco Marasciuolo, che ricorda a tratti lo Zingaro di Luca Marinelli nel film cult 'Lo Chiamavano Jeeg Robot' di Gabriele Mainetti – bardato con la cravatta di Mr. Darling, segno nell'opera dell'oppressione del lavoro sulla vita di tutti i giorni di un piccolo borghese dell'Inghilterra ottocentesca, oppure il celebre Coccodrillo che scandisce lo scorrere inesorabile del tempo, il suo avanzare lento, reso con un cappotto verde sgargiante, sono trucchi scenici che rendono maggiore l'attenzione sul folto cast, dal quale il pubblico rimane in un certo senso abbagliato, ponendo comunque in risalto il doppio binario sul quale si svolge l'intera rappresentazione scenica.

Non da meno è l'idea della Lerro di rendere triplice la figura di Peter Pan, evidenziando un livello ulteriore, sul piano della realtà contemporanea, un spiazzamento iniziale e del tutto innovativo, nel quale un regista-Peter Pan, interpretato da Luca Rizzi, rivela la propria incapacità di comunicare con la sfera delle emozioni e dei sentimenti.

D'altra parte, lo sdoppiamento del 'bambino che non vuole crescere mai' nelle figure del protagonista vero e proprio, interpretato pregevolmente da Claudio Scagliarini, che porta in scena quasi un dio agreste dell'antichità, senza tempo ed intangibile, senza memoria, sfuggente, come solo un'entità divina e misterica avrebbe potuto essere, e della propria ombra, interpretata altrettanto magistralmente dal piccolo Marco Rutigliano, che ne rappresenta la proiezione all'interno della linea spazio-temporale, necessitava, ai fini di una maggiore fruibilità popolare di questi alti concetti, dell'aiuto di un terzo livello di comprensione, meno fittizio e nascosto, che sbattesse in faccia al pubblico l'impossibilità di tutti gli uomini di comunicare con i propri simili tramite le emozioni, della voglia di eternità che sopravvive nei bambini, ma soprattutto del peso del tempo che già incombe inesorabile su di loro, come un Coccodrillo.

La regia riesce in questo esercizio narrativo senza scadere nel banale e mantenendo integra la sacralità dello spazio scenico, operazione di non semplice riuscita, ma che, grazie allo sforzo collettivo del cast, è pienamente centrata.

Da segnalare sono le interpretazioni sorprendenti del giovanissimo Domenico D'Introno nei panni di Michele, che calca le scene con una disinvoltura inusuale per un bambino della sua età, ma con vivacità e naturalezza, perfetta sintesi dell'intero compendio del Peter Pan di Barrie, quella di Beatrice Gallo nei panni di Wendy, che ricrea la giusta prossemica del personaggio chiave dell'intera opera, nonché anello di congiunzione tra finzione e realtà, vita adulta e fanciullezza, divinità e lato mortale di Peter Pan, nonché la delicata interpretazione di Giulia Manzi del personaggio di Spugna, che ne sdogana una diversa visione, non soltanto peso fisico delle dipendenze e delle preoccupazioni che incombono sull'adulto-Capitan Uncino, ma anche suo confidente intimo e coscienza critica, di sicuro il personaggio costruito meglio fra tutti all'interno dello spettacolo.

Un adattamento, in fin dei conti, che restituisce sicura dignità tra i non addetti ai lavori all'opera originale, facendo dimenticare la bellezza dei fondi barocchi della Walt Disney.

Uno spettacolo di piacevole fruizione, che speriamo presto di rivedere in teatro.
peter pand b cc abc b
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