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Jò a Jò: 53 anni di calore, memoria e comunità
Corato si illumina con il tradizionale falò di Santa Lucia
Corato - sabato 13 dicembre 2025
9.13
Raccontare la 53ª edizione della "Jò a Jò" significa immergersi completamente in una delle tradizioni più vive della nostra città. E non sono solo parole, perché, a quanto pare, i fatti parlano chiaro: ieri 12 dicembre il corso cittadino era gremito di cittadini non solo di Corato, ma anche dei paesi limitrofi.
Il tanto atteso falò di Santa Lucia è ormai una tradizione consolidata della nostra città che, dal 2019, vanta l'inserimento nel registro dei rituali festivi legati al fuoco della Regione Puglia, con il punteggio maggiore ottenuto da parte della Pro Loco Corato.
Dopo la rituale Santa Messa in Chiesa Matrice e la processione della statua della Santa, il falò è stato dapprima benedetto e poi acceso. Trasportato dalla famiglia Sforza, l'enorme braciere conteneva oltre 60 quintali di legna. Un enorme fuoco che ha riscaldato la folla e che, da anni, continua a conservare i suoi significati ancestrali: purificatorio, perché brucia il vecchio, apotropaico, per allontanare le tenebre ed il freddo o propiziatorio, poiché anticamente soprattutto nei mesi invernali, si accendevano dei fuochi per le strade per propiziare l'arrivo del sole.
A seguire il concerto del "Canzoniere grecanico salentino": una vera e propria esplosione di energia, passione e ritmo, grazie a una reinterpretazione in chiave moderna delle tradizioni che ruotano attorno alla pizzica tarantata. Le giuste note ad accompagnare una serata di per sé già magica.A contorno i diversi stand enogastronomici e non solo: tra presepi, libri e prodotti tipici della città e del periodo natalizio, la città si è arricchita con profumi tradizionali e un'atmosfera sempre più in festa.
La "Jò a Jò" si riconferma per il 53° anno di fila, una delle tradizioni coratine che sembra non voler abbandonare la città. In un'epoca in cui le tradizioni iniziano a perdere il loro valore, il falò di Santa Lucia rimane un punto di riferimento: riunisce generazioni, rinsalda legami e rescinde il passato e il presente.
La "Jò a Jò" non può essere raccontata, ma deve essere vissuta: il calore del fuoco e della folla, la musica che accompagna, gli odori dell'infanzia e un senso di comunità che si rinsalda tra un incontro e un racconto.
Il tanto atteso falò di Santa Lucia è ormai una tradizione consolidata della nostra città che, dal 2019, vanta l'inserimento nel registro dei rituali festivi legati al fuoco della Regione Puglia, con il punteggio maggiore ottenuto da parte della Pro Loco Corato.
Dopo la rituale Santa Messa in Chiesa Matrice e la processione della statua della Santa, il falò è stato dapprima benedetto e poi acceso. Trasportato dalla famiglia Sforza, l'enorme braciere conteneva oltre 60 quintali di legna. Un enorme fuoco che ha riscaldato la folla e che, da anni, continua a conservare i suoi significati ancestrali: purificatorio, perché brucia il vecchio, apotropaico, per allontanare le tenebre ed il freddo o propiziatorio, poiché anticamente soprattutto nei mesi invernali, si accendevano dei fuochi per le strade per propiziare l'arrivo del sole.
A seguire il concerto del "Canzoniere grecanico salentino": una vera e propria esplosione di energia, passione e ritmo, grazie a una reinterpretazione in chiave moderna delle tradizioni che ruotano attorno alla pizzica tarantata. Le giuste note ad accompagnare una serata di per sé già magica.A contorno i diversi stand enogastronomici e non solo: tra presepi, libri e prodotti tipici della città e del periodo natalizio, la città si è arricchita con profumi tradizionali e un'atmosfera sempre più in festa.
La "Jò a Jò" si riconferma per il 53° anno di fila, una delle tradizioni coratine che sembra non voler abbandonare la città. In un'epoca in cui le tradizioni iniziano a perdere il loro valore, il falò di Santa Lucia rimane un punto di riferimento: riunisce generazioni, rinsalda legami e rescinde il passato e il presente.
La "Jò a Jò" non può essere raccontata, ma deve essere vissuta: il calore del fuoco e della folla, la musica che accompagna, gli odori dell'infanzia e un senso di comunità che si rinsalda tra un incontro e un racconto.













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