Madonna di Costantinopoli ZT
Madonna di Costantinopoli ZT
Cultura

Lo ZT e le Madonne di Costantinopoli. Focus sul misterioso artista che lasciò traccia a Corato

Chi era l'autore che operò in Puglia e Basilicata nel Cinquecento?

Tracce del passaggio dello ZT nella città di Corato riescono ancora a vedersi nella Chiesa Matrice. L'affresco che ritrae la Madonna di Costantinopoli è uno dei segni più suggestivi dell'arte del maestro, che operà in Puglia e Basilicata nel Cinquecento.

Anche in tempi di pandemia la Pro Loco di Ruvo di Puglia non ferma la diffusione della cultura.

Con l'uscita del sesto volume della collana Studi Rubastini, "ZT – Un pittore nella Ruvo del Cinquecento", l'Associazione vuole fissare indelebilmente la potenza del sapere e della conoscenza. Un modo per andare avanti e non fermarsi alla fine di un anno duro e impegnativo da ogni punto di vista. La collana è curata da Cleto Bucci che, in questo caso, ha redatto anche la presentazione.

Il maestro ZT è forse un nome di convenzione? Quel che sappiamo è ricavato dalle prime due lettere di una firma siglata posta sotto la Madonna di Costantinopoli della cappella dell'ospedale di Spinazzola, opera risalente al 1500, cui è cronologicamente prossimo il trittico con la Madonna col Bambino, l'Annunciazione e santi della Cattedrale di Tricarico. Le sue attività sono documentate dal 1500 al 1539.

In questa sua prima fase il pittore appare orientato verso l'ambiente napoletano, nel tentativo di mescolare elementi fiamminghi e catalani con quelli umbro-marchigiani importati da Francesco da Tolentino.
Nelle icone più recenti della Matrice di Modugno, risalente al 1533 e della Concattedrale di Ruvo di Puglia del 1539, il maestro ZT divenne uno dei protagonisti del ritorno neobizantino pugliese, che ne condizionò pesantemente lo stile e le iconografie.
Attraverso una minuziosa indagine, Francesco Lauciello ha ripercorso un passato di una Ruvo e di un personaggio quasi sconosciuti, al fine di far emergere nuove storie e inediti avvenimenti. Lo studio documentato ha stilato ipotesi e tirato fuori numerose notizie che, certamente, attireranno l'attenzione degli studiosi ma anche degli appassionati di arte sacra.

Il Presidente della Pro Loco ruvese, Rocco Lauciello, auspica che questa ricerca possa essere un motivo di speranza ai postumi del 2020 e un trampolino di lancio per la scoperta e la diffusione di nuovi argomenti. Frutto dell'impegno degli studiosi locali, il sesto volume di Studi Rubastini mette in evidenza l'arte pugliese e non, uscendo fuori persino dai confini locali intersecandosi con altre località pugliesi e lucane. Dato il difficile periodo storico che il mondo sta attraversando, un libro di cultura potrebbe rappresentare un efficiente regalo per le prossime festività natalizie. Perché il compito della cultura, e dunque della Pro Loco di Ruvo di Puglia, resterà sempre quello di riscoprire e di tramandare la bellezza intellettuale e l'estremo valore dell'arte di ogni genere.
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