
Cultura
"Il Malato Immaginario", a Teatro. Emilio Solfrizzi: «L'accoglienza del pubblico coratino la porterò per sempre nel cuore»
Grande successo per la rivisitazione della celebre opera di Molière a cura di Guglielmo Ferro
Corato - giovedì 9 marzo 2023
3.59
In un Teatro Comunale gremito in ogni ordine di posto, successo strepitoso per "Il Malato Immaginario", per la regia di Guglielmo Ferro, tratto dall'omonima commedia di Molière.
Argante è il protagonista attorno cui ruota la vicenda (interpretato da uno straordinario Emilio Solfrizzi). Ignavo, superficiale e poco acuto, rifugge dai problemi, piccoli o grandi che siano, della vita trincerandosi dietro allo status di malato perenne.
In questo limbo auto-inflitto, il protagonista passa le sue giornate chiuso in casa, tra le mille ipocondrie e la paura di esser sano, condizione che lui aborre, poiché lo costringerebbe ad assumersi le proprie responsabilità dinanzi alla vita.
In questa condizione di "non vita", tutti o quasi approfittano di lui: dal dottor Purgone, che continua a prescrivergli clisteri nonostante la sua ottima salute, sino alla sua seconda moglie, innamorata solo e soltanto del suo ingente patrimonio.
Argante, dritto per la propria strada, non si avvede di quanto gli stia accadendo intorno, nonostante la sua inserviente Tonina (Lisa Galantini), da vero e proprio Grillo Parlante, in maniera (è il caso di dirlo) teatrale, preannunci di volta in volta al protagonista la strada più giusta da intraprendere.
Il malato immaginario però è personaggio testardo, più per stupidità che per orgoglio. Così quando decide (condizionato pesantemente da sua moglie) di dare in sposa sua figlia a Tommaso, nipote del dottor Purgone, nulla sembra farlo tornare indietro, neppure l'amore di sua figlia Angelica per Cleante e neanche la palese inettitudine del suddetto Tommaso, personaggio oltremodo grottesco, quasi di un altro pianeta, interpretato magistralmente da Pietro Casella.
In un susseguirsi di colpi di scena e momenti esilaranti, il protagonista comprende pian piano chi davvero gli vuol bene, nel modo che più si confà ad un malato immaginario: fingendosi morto per carpire i reali sentimenti di chi lo circonda, sino al lieto fine: per tutti ma non per Argante, che resta intrappolato nella sua solitudine e nella sua atavica paura alla vita vissuta.
Nel suggestivo finale infatti, Argante resta solo con delle marionette, rappresentazioni simboliche degli altri personaggi della pièce. Qui il protagonista sembra finalmente riuscire a liberarsi dal suo status di marionetta e di prendere il controllo della sua vita.
Egli, avendo vissuto una vita tra medicinali, nomi delle malattie in latino, clisteri e malanni veri o presunti, diviene paradossalmente il dottore di sé stesso, in quanto massimo esperto in materia medica. Ad un certo punto il personaggio interpretato da Solfrizzi sembra anche poter prendere il potere sugli altri personaggi - marionette, diventando ora "puparo".
Purtroppo per lui però, questo apparente effetto benefico è solo un effimero placebo e si dissolve in un "amen" al ripresentarsi dell'ipocondria.
La commedia di Molière, ricucita da Ferro addosso a Solfrizzi, lascia allo spettatore tante risate ma altrettante riflessioni: la solitudine, l'avidità, il ruolo della medicina e dei medici, sino alla caducità della vita "un bambino piange appena nato perché sa che è destinato alla malattia e alla morte".
Tutto il teatro, dalla platea al secondo ordine, ha riso per due ore abbondanti ed ha riservato al cast una standing ovation sentita e lunghissima (oltre cinque minuti di applausi).
Il calore del pubblico coratino ha colpito lo stesso Emilio Solfrizzi, che ha dichiarato ai nostri microfoni: «È stata un'accoglienza da stadio, che solitamente si riserva alle grandi star della musica, non a quelle del teatro. Un applauso di questo tipo è uno di quelli che porterò per sempre nel cuore».
La stagione teatrale a cura dell'Amministrazione Comunale, con il supporto del Teatro Pubblico Pugliese, continua dunque a riscuotere consensi e plebisciti e continuerà con ogni probabilità a farlo martedì 28 marzo con "Pigiama per Sei". Nel cast anche due volti noti della tivù come Antonio Cornacchione e Max Pisu.
Argante è il protagonista attorno cui ruota la vicenda (interpretato da uno straordinario Emilio Solfrizzi). Ignavo, superficiale e poco acuto, rifugge dai problemi, piccoli o grandi che siano, della vita trincerandosi dietro allo status di malato perenne.
In questo limbo auto-inflitto, il protagonista passa le sue giornate chiuso in casa, tra le mille ipocondrie e la paura di esser sano, condizione che lui aborre, poiché lo costringerebbe ad assumersi le proprie responsabilità dinanzi alla vita.
In questa condizione di "non vita", tutti o quasi approfittano di lui: dal dottor Purgone, che continua a prescrivergli clisteri nonostante la sua ottima salute, sino alla sua seconda moglie, innamorata solo e soltanto del suo ingente patrimonio.
Argante, dritto per la propria strada, non si avvede di quanto gli stia accadendo intorno, nonostante la sua inserviente Tonina (Lisa Galantini), da vero e proprio Grillo Parlante, in maniera (è il caso di dirlo) teatrale, preannunci di volta in volta al protagonista la strada più giusta da intraprendere.
Il malato immaginario però è personaggio testardo, più per stupidità che per orgoglio. Così quando decide (condizionato pesantemente da sua moglie) di dare in sposa sua figlia a Tommaso, nipote del dottor Purgone, nulla sembra farlo tornare indietro, neppure l'amore di sua figlia Angelica per Cleante e neanche la palese inettitudine del suddetto Tommaso, personaggio oltremodo grottesco, quasi di un altro pianeta, interpretato magistralmente da Pietro Casella.
In un susseguirsi di colpi di scena e momenti esilaranti, il protagonista comprende pian piano chi davvero gli vuol bene, nel modo che più si confà ad un malato immaginario: fingendosi morto per carpire i reali sentimenti di chi lo circonda, sino al lieto fine: per tutti ma non per Argante, che resta intrappolato nella sua solitudine e nella sua atavica paura alla vita vissuta.
Nel suggestivo finale infatti, Argante resta solo con delle marionette, rappresentazioni simboliche degli altri personaggi della pièce. Qui il protagonista sembra finalmente riuscire a liberarsi dal suo status di marionetta e di prendere il controllo della sua vita.
Egli, avendo vissuto una vita tra medicinali, nomi delle malattie in latino, clisteri e malanni veri o presunti, diviene paradossalmente il dottore di sé stesso, in quanto massimo esperto in materia medica. Ad un certo punto il personaggio interpretato da Solfrizzi sembra anche poter prendere il potere sugli altri personaggi - marionette, diventando ora "puparo".
Purtroppo per lui però, questo apparente effetto benefico è solo un effimero placebo e si dissolve in un "amen" al ripresentarsi dell'ipocondria.
La commedia di Molière, ricucita da Ferro addosso a Solfrizzi, lascia allo spettatore tante risate ma altrettante riflessioni: la solitudine, l'avidità, il ruolo della medicina e dei medici, sino alla caducità della vita "un bambino piange appena nato perché sa che è destinato alla malattia e alla morte".
Tutto il teatro, dalla platea al secondo ordine, ha riso per due ore abbondanti ed ha riservato al cast una standing ovation sentita e lunghissima (oltre cinque minuti di applausi).
Il calore del pubblico coratino ha colpito lo stesso Emilio Solfrizzi, che ha dichiarato ai nostri microfoni: «È stata un'accoglienza da stadio, che solitamente si riserva alle grandi star della musica, non a quelle del teatro. Un applauso di questo tipo è uno di quelli che porterò per sempre nel cuore».
La stagione teatrale a cura dell'Amministrazione Comunale, con il supporto del Teatro Pubblico Pugliese, continua dunque a riscuotere consensi e plebisciti e continuerà con ogni probabilità a farlo martedì 28 marzo con "Pigiama per Sei". Nel cast anche due volti noti della tivù come Antonio Cornacchione e Max Pisu.



Ricevi aggiornamenti e contenuti da Corato 






j.jpg)