Massimo e Michele Paganelli. <span>Foto Anna Lops</span>
Massimo e Michele Paganelli. Foto Anna Lops
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Michele Paganelli ricorda il papà Massimo e la sua passione per gli scacchi

Oggi, sabato 20 settembre, il torneo di scacchi in memoria di Massimo

Informatico di professione, Massimo Paganelli ha rappresentato un punto di riferimento per chiunque l'abbia conosciuto durante i suoi 61 anni, lasciando attorno a sé una comunità che conserva orgogliosamente la sua memoria. Ha vissuto, infatti, nella stima delle persone che lo hanno circondato e nell'amore della sua famiglia, della moglie Rachele e dei figli Michele e Martina.

Responsabile commerciale per un'azienda di sistemi informatici per trasporti, Massimo non ha mai tralasciato le sue grandi passioni, il tennis e gli scacchi.

Se la passione per il tennis nasce con Massimo stesso, quella per gli scacchi rientra in una tradizione familiare che ha consentito, con il tempo, di costruire legami sempre più forti e duraturi e di raccogliere esperienze che, ad oggi, continuano a vivere nei racconti e nei ricordi della famiglia.

Come raccontato dal figlio Michele, infatti, il nonno (padre di Massimo) era solito giocare presso il "Circolo degli amici", dove collezionava spesso vittorie. Tra gli aneddoti, spicca uno che è ancora oggi motivo di vanto per la famiglia: il nonno Michele, immigrato in Venezuela, ebbe l'onore di conoscere e giocare con un allievo di José Capablanca, leggenda degli scacchi. Di qui la passione per questo sport e le successive lezioni di scacchi ai figli e alle figlie.

Di generazione in generazione, la passione per gli scacchi tocca anche il figlio di Massimo che a soli otto anni impara le regole di questo sport. Dopo aver aderito all' "Apulia Scacchi" e al circolo di scacchi di Trani, Michele è tra i fondatori del Circolo "Open Scacchi", insieme all'associazione Open Space.

Sport universale da riscoprire, gli scacchi racchiudono lezioni di vita e incoraggiano il ragionamento. Quanto spiegato da Michele, infatti, permette di vedere questa disciplina sotto un'altra prospettiva: gli scacchi stimolano il pensiero logico e la presa in carico delle conseguenze. Controllando l'impulsività, si è in grado di sviluppare pazienza e valutare le proprie azioni prima di agire. Per questo, sarebbe auspicabile dare maggiore spazio a questo sport e a tutti i vantaggi che comporta.

Avvicinare i giovanissimi agli scacchi significa, innanzitutto, porre le basi per una continuità futura sociale e individuale; significa permettere alle future generazioni di conoscere questa disciplina, ma soprattutto di abituare i giovani a un pensiero critico e una capacità di ragionamento fondamentale per il loro futuro.

Di qui nasce la volontà di Michele di organizzare un torneo di scacchi in memoria del padre, insieme alle associazioni Open Scacchi e If in Apulia, in collaborazione con il circolo La Torre del Tempo. Questo pomeriggio, sabato 20 settembre, infatti, il chiostro del Comune di Corato ospiterà l'evento in cui gli iscritti gareggeranno al fine di mantenere viva la passione e il ricordo di Massimo.

"Mio padre Massimo era molto stimato da tutti. Infatti, la camera ardente era piena di persone che si sono strette a noi e che hanno reso il dolore un po' più sopportabile. Papà era un punto di riferimento per tantissime persone, nel contesto familiare, lavorativo e non solo. Era una persona empatica, disponibile; ci ha sempre spronati a realizzare i nostri sogni", racconta il figlio Michele.

Cicerone scrisse: "Vita mortuorum in memoria est posita vivorum," ossia "La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi". Far conoscere le persone a noi care e le loro passioni è uno dei modi che abbiamo per portarle sempre con noi e onorare la loro esistenza; farle vivere nei racconti e nei ricordi ci permette di trasformare il lutto in azioni che possono guidarci ogni giorno.

Michele e la sua famiglia continueranno a raccontare a tutti chi era Massimo e lo faranno con la consapevolezza che gli insegnamenti dati vivranno sempre con loro.
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